Egregio Signor Ministro,
rappresento una piccola comunità di un estremo lembo geografico: Pantelleria che da sempre ha avuto il suo ospedale e la sua centralità mediterranea, che ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento certo anche per il soccorso in mare e che in questi lunghi anni ha visto crescere la fiducia nell’ospedale anche grazie agli investimenti realizzati.
Oggi l’Ospedale è una realtà, con problemi: l’ essere isolati, la necessità di dare stimoli e aggiornamento professionale al personale che manca e che va ricercato tutti i giorni .
Ma la struttura è in grado di interagire, fare diagnosi, prevenzione e cura cosciente di essere struttura di primo Intervento con i relativi limiti e comunque facendo fino in fondo il proprio dovere nei confronti della nostra comunità e dei tantissimi turisti che ospitiamo nel corso dell’anno.
Non rientriamo per fortuna fra le strutture che hanno statistiche di mortalità e di “mala sanità” e lo dico con un pizzico d ‘orgoglio a nome di una comunità, e cio’ soprattutto grazie ad una organizzazione sanitaria all’altezza, che mai ha abbandonato l’idea di dare linfa quotidiana al territorio : l’ASP di Trapani e le strutture organizzative intorno ad essa .
Dal 2009 abbiamo lavorato con la Regione Siciliana, con l’Assessorato alla Salute in continuità d’intesa con il Ministero della Salute, a un progetto obiettivo che ha consentito di delineare un modello specifico di assistenza al parto per le isole minori, di cui oggi Pantelleria rappresenta un punto di partenza per ragionare, migliorare, ma certamente di non ritorno su ciò che si riteneva nell’ambito del decreto di riconversione dei punti nascita: “adottare stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando il numero di almeno 1000 nascite/anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento/attivazione dei punti nascita; quelli con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti/anno, potranno essere previsti solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione del servizio di trasporto assistito materno (STAM).”
Nell’ accordo citato, si raccomanda: E’ compito di ogni Regione modulare i propri interventi sanitari in base alle necessità ed alle realtà territoriali, tenendo conto delle linee guida nazionali, frutto di un lavoro complesso di esperti, società scientifiche e di strutture tecniche regionali e nazionali. Nelle “Misure di politica sanitaria e di accreditamento” dell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, circa il documento con le linee di indirizzo degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, il processo di riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera è un impegno già previsto dal “Patto per la Salute 2010 – 2012”, siglato il 3 dicembre 2009 tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e di Bolzano, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
Oggi, dopo sette anni, Le ribadisco, On. le Ministro, che non siamo tornati indietro, siamo andati avanti migliorando la qualità delle prestazioni con buona pace di tutti, senza morti e malasanità. Mi chiedo: ma possiamo ogni qualvolta si costruisce qualcosa di valido per i nostri territori in tema di Sanita’, si debba poi mettere tutto in discussione, pur per validi motivi, coinvolgendo anche quello che funziona e che potrebbe essere preso d’esempio per migliorarci tutti . Rivendico la forza del lavoro sin qui svolto dalle strutture sanitarie, occorre trovare un equilibrio fra gli standard previsti e le necessità di dare a questi luoghi difficili certezze sanitarie che non possono corrispondere ad avere personale di 40 unità per un punto nascita dove nascono 70 bambini.Deve sapere che in questi anni il servizio è stato garantito h 24 da 2 ginecologi, 2 pediatri e 2 anestesisti , a rotazione dagli altri ospedali, con un’assistenza prima e dopo il parto e i parti complessi trasferiti in elicottero in base ad un protocollo stilato dal Responsabile del Dipartimento materno-infantile.
Torniamo alle isole , da Capri , Lipari a Pantelleria che rischia di entrare in questa spirale di tagli che danneggiano le popolazioni delle isole, parte debole e dimenticata della popolazione italiana, dove se il Ministero chiede il rispetto di parametri organizzativi e gestionali, con l’utilizzo di risorse umane enorme. Le isole al centro di una rinnovata politica di rilancio del sistema sanitario finalizzato ad affrontare una emergenza strutturale, in deroga, dopotutto Pantelleria ha conseguito un modello gestionale e organizzativo di buona prassi.
Oggi il decreto ministeriale 70/2015 chiede alle regioni di scegliere. Io credo e mi permetto di dire, Signor Ministro, che la centralità di una decisione e di una condivisione di una strategia per le isole debba avere per la dimensione del problema affrontata presso il Suo Ministero, così come è avvenuto nel 2009, dove proprio specificatamente partì un progetto per le isole valutato anche in Conferenza Stato Regione “Proprio al fine di assicurare una risposta sanitaria a queste situazioni e per garantire l’effettiva erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il Ministero della salute ha provveduto, previa Intesa con la Conferenza Stato Regioni (Intesa del 20 luglio 2011), a formalizzare la proposta di deliberazione CIPE che, nell’ambito dell’ assegnazione delle risorse vincolate alla realizzazione degli Obiettivi di Piano Sanitario Nazionale per l’anno 2011, prevede un accantonamento di risorse economiche per la realizzazione di : un progetto interregionale in materia di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle piccole isole ed in altre località caratterizzate da eccezionale difficoltà di accesso”
Escludendo il riconoscimento dell’insularità, il diritto alla salute , annullando quello che è stato fino ad ora uno standard di efficienza costruito negli anni e che potrebbe essere utile agli altri presidi con le stesse difficoltà state decidendo la chiusura definitiva dei punti nascita nelle isole.
Le Chiedo, Signor Ministro, Vi Chiedo, perché non provare a costruire e a non chiudersi dietro formule, che poi vengono smentite dai fatti tragici che purtroppo si sono già verificati quando accadono. Paradossalmente con il punto nascita dì Lipari chiuso.
Le distanze si accorciano anche con le sensibilità di ciascuno e le professionalità dei tanti medici che lavorano nelle isole. Diamogli fiducia!
Le chiedo la possibilità di convocare un tavolo al Ministero e scongiurare un’altra chiusura che davvero sarebbe un non senso ed incoerente con tutto ciò che abbiamo e avete fatto.
Grazie del tempo che mi avete dedicato attendo fiducioso.
Il Sindaco di Pantelleria
Salvatore Gino Gabriele
rappresento una piccola comunità di un estremo lembo geografico: Pantelleria che da sempre ha avuto il suo ospedale e la sua centralità mediterranea, che ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento certo anche per il soccorso in mare e che in questi lunghi anni ha visto crescere la fiducia nell’ospedale anche grazie agli investimenti realizzati.
Oggi l’Ospedale è una realtà, con problemi: l’ essere isolati, la necessità di dare stimoli e aggiornamento professionale al personale che manca e che va ricercato tutti i giorni .
Ma la struttura è in grado di interagire, fare diagnosi, prevenzione e cura cosciente di essere struttura di primo Intervento con i relativi limiti e comunque facendo fino in fondo il proprio dovere nei confronti della nostra comunità e dei tantissimi turisti che ospitiamo nel corso dell’anno.
Non rientriamo per fortuna fra le strutture che hanno statistiche di mortalità e di “mala sanità” e lo dico con un pizzico d ‘orgoglio a nome di una comunità, e cio’ soprattutto grazie ad una organizzazione sanitaria all’altezza, che mai ha abbandonato l’idea di dare linfa quotidiana al territorio : l’ASP di Trapani e le strutture organizzative intorno ad essa .
Dal 2009 abbiamo lavorato con la Regione Siciliana, con l’Assessorato alla Salute in continuità d’intesa con il Ministero della Salute, a un progetto obiettivo che ha consentito di delineare un modello specifico di assistenza al parto per le isole minori, di cui oggi Pantelleria rappresenta un punto di partenza per ragionare, migliorare, ma certamente di non ritorno su ciò che si riteneva nell’ambito del decreto di riconversione dei punti nascita: “adottare stringenti criteri per la riorganizzazione della rete assistenziale, fissando il numero di almeno 1000 nascite/anno quale parametro standard a cui tendere per il mantenimento/attivazione dei punti nascita; quelli con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti/anno, potranno essere previsti solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione del servizio di trasporto assistito materno (STAM).”
Nell’ accordo citato, si raccomanda: E’ compito di ogni Regione modulare i propri interventi sanitari in base alle necessità ed alle realtà territoriali, tenendo conto delle linee guida nazionali, frutto di un lavoro complesso di esperti, società scientifiche e di strutture tecniche regionali e nazionali. Nelle “Misure di politica sanitaria e di accreditamento” dell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, circa il documento con le linee di indirizzo degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, il processo di riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera è un impegno già previsto dal “Patto per la Salute 2010 – 2012”, siglato il 3 dicembre 2009 tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e di Bolzano, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
Oggi, dopo sette anni, Le ribadisco, On. le Ministro, che non siamo tornati indietro, siamo andati avanti migliorando la qualità delle prestazioni con buona pace di tutti, senza morti e malasanità. Mi chiedo: ma possiamo ogni qualvolta si costruisce qualcosa di valido per i nostri territori in tema di Sanita’, si debba poi mettere tutto in discussione, pur per validi motivi, coinvolgendo anche quello che funziona e che potrebbe essere preso d’esempio per migliorarci tutti . Rivendico la forza del lavoro sin qui svolto dalle strutture sanitarie, occorre trovare un equilibrio fra gli standard previsti e le necessità di dare a questi luoghi difficili certezze sanitarie che non possono corrispondere ad avere personale di 40 unità per un punto nascita dove nascono 70 bambini.Deve sapere che in questi anni il servizio è stato garantito h 24 da 2 ginecologi, 2 pediatri e 2 anestesisti , a rotazione dagli altri ospedali, con un’assistenza prima e dopo il parto e i parti complessi trasferiti in elicottero in base ad un protocollo stilato dal Responsabile del Dipartimento materno-infantile.
Torniamo alle isole , da Capri , Lipari a Pantelleria che rischia di entrare in questa spirale di tagli che danneggiano le popolazioni delle isole, parte debole e dimenticata della popolazione italiana, dove se il Ministero chiede il rispetto di parametri organizzativi e gestionali, con l’utilizzo di risorse umane enorme. Le isole al centro di una rinnovata politica di rilancio del sistema sanitario finalizzato ad affrontare una emergenza strutturale, in deroga, dopotutto Pantelleria ha conseguito un modello gestionale e organizzativo di buona prassi.
Oggi il decreto ministeriale 70/2015 chiede alle regioni di scegliere. Io credo e mi permetto di dire, Signor Ministro, che la centralità di una decisione e di una condivisione di una strategia per le isole debba avere per la dimensione del problema affrontata presso il Suo Ministero, così come è avvenuto nel 2009, dove proprio specificatamente partì un progetto per le isole valutato anche in Conferenza Stato Regione “Proprio al fine di assicurare una risposta sanitaria a queste situazioni e per garantire l’effettiva erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il Ministero della salute ha provveduto, previa Intesa con la Conferenza Stato Regioni (Intesa del 20 luglio 2011), a formalizzare la proposta di deliberazione CIPE che, nell’ambito dell’ assegnazione delle risorse vincolate alla realizzazione degli Obiettivi di Piano Sanitario Nazionale per l’anno 2011, prevede un accantonamento di risorse economiche per la realizzazione di : un progetto interregionale in materia di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle piccole isole ed in altre località caratterizzate da eccezionale difficoltà di accesso”
Escludendo il riconoscimento dell’insularità, il diritto alla salute , annullando quello che è stato fino ad ora uno standard di efficienza costruito negli anni e che potrebbe essere utile agli altri presidi con le stesse difficoltà state decidendo la chiusura definitiva dei punti nascita nelle isole.
Le Chiedo, Signor Ministro, Vi Chiedo, perché non provare a costruire e a non chiudersi dietro formule, che poi vengono smentite dai fatti tragici che purtroppo si sono già verificati quando accadono. Paradossalmente con il punto nascita dì Lipari chiuso.
Le distanze si accorciano anche con le sensibilità di ciascuno e le professionalità dei tanti medici che lavorano nelle isole. Diamogli fiducia!
Le chiedo la possibilità di convocare un tavolo al Ministero e scongiurare un’altra chiusura che davvero sarebbe un non senso ed incoerente con tutto ciò che abbiamo e avete fatto.
Grazie del tempo che mi avete dedicato attendo fiducioso.
Il Sindaco di Pantelleria
Salvatore Gino Gabriele
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