Gentile Direttore,
approfitto della sua disponibilità, in questa testata giornalistica, per esprimere con il cuore i sentimenti di profonda riconoscenza nei confronti di tutte quelle persone che qualche giorno fa mi hanno salvato la vita.
Era l’alba del 14 febbraio quando cominciai ad avvertire chiari sintomi d’infarto, la mia prima fortuna è stata quella di riconoscerli avendo avuto esperienza con mio padre, alle 8.30 circa, dunque chiedo alla mia famiglia di accompagnarmi al pronto soccorso, appena arrivato sono stato soccorso immediatamente con terapie esattamente adeguate alla situazione in corso, stabilizzando immediatamente tutti i valori compreso quello della saturazione di ossigeno che preoccupava di più, si sono attivati immediatamente a chiedere l’elisoccorso, ma hanno fatto di più, si sono messi immediatamente in contatto con l’unità coronarica dell’ospedale “Papardo” di Messina e, seguendo alla lettera le loro indicazioni hanno eseguito le operazioni di prericovero trasmettendole immediatamente al nosocomio Messinese, dal primo soccorso a Lipari all’arrivo a Messina sono passate meno di due ore giungendo a Messina in condizioni stabili. Appena arrivato al “Papardo”, infatti sono stato immediatamente trasferito in sala operatoria dal meraviglioso staff medico e infermieristico dell’unità coronarica sottoponendomi ad un intervento di angioplastica che mi ha salvato la vita.
Ho raccontato questo, innanzitutto per ringraziare “DI CUORE” il Dott. Geraci del 118 in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Lipari per la prontezza e le capacità professionali dimostrate, tutto lo staff di infermieri, non faccio nomi per paura di dimenticare qualcuno, tutto lo staff di medici ed infermieri dei reparti di unità coronarica e terapia intensiva dell’ospedale Papardo di Messina, laddove ho trovato persone stupende, anche se con grande rammarico ho potuto constatare enormemente sottorganico per poter affrontare urgenze cosi determinanti, in terapia intensiva ho trovato infermieri che facevano di tutto, anche le cose che competevano gli inservienti, senza fiatare ma incoraggiando e mettendo di buon umore tutti noi, ma tutti noi sappiamo che un minuto rubato alle attività di loro competenza potevano costare la vita a chiunque di noi.
Sarei felice se questa mia testimonianza potesse contribuire alla battaglia in corso per il potenziamento delle strutture sanitarie dell’ospedale di Lipari.
Visto che mi sono salvato anche grazie al fatto che ho riconosciuto immediatamente i sintomi dell’infarto lancio alla vostra preziosa testata giornalistica la proposta di proporre video dove medici possano spiegare i sintomi di questa ed altre patologie in modo da riconoscerle e rubare minuti preziosi alla morte che incombe.
Infine voglio ringraziare la mia famiglia: i miei figli, i miei fratelli, cognati, nipoti, amici, che hanno contribuito in modo determinante alla mia “rinascita” quel 14 di febbraio giorno di San Valentino, in cui la mia meravigliosa moglie mi ha ricordato, come fa ogni giorno, cos’e l’amore.
Carlo Merlino
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