Sembrerebbe, purtroppo, che l’attuale gestione della sanità alle Eolie non abbia alcun rapporto con il territorio e le sue esigenze.
L’ospedale di Lipari, infatti, serve sette isole e non può vivere in continuo stato di emergenza. Serve una programmazione seria e l’ottimizzazione della struttura che, in atto, è lontana da quello che dovrebbe garantire ai cittadini eoliani.
Va molto bene la costituzione di un tavolo tecnico sulla questione sanità, ma sarebbe più opportuno - a mio parere - che il Consiglio Comunale chiedesse al Direttore Generale dell’ASP una relazione sullo stato attuale dell’Ospedale di Lipari, sulla copertura dei posti vacanti, sulla mobilità, etc…
L’Ospedale continua a vivere una situazione difficile e non si intravedono tentativi di riordino efficaci, condivisi, adeguati a vocazioni e risorse.
Il nostro Ospedale appare disperatamente vuoto e si ha l’impressione che invece di potenziare i reparti che funzionano, lo si lasci morire, lo si lasci andare verso una condizione di “inefficienza” e questo non certo per carenza di professionalità.
Non si comprende il perché, forse per abbassare il valore (economico) del nosocomio ed arrivare alla chiusura giustificata prima di un reparto e poi dell’intero Ospedale?
Ad oggi solo la dedizione e l’impegno giornaliero di medici ed infermieri hanno evitato sia la paralisi delle sue attività, sia disagi ancora più gravi.
Perché c’è poca attenzione, perché si fa poco o niente per difendere il nostro ospedale?
Il progetto di valorizzazione dell’ospedale, che ha impegnato un cospicuo investimento di risorse economiche per la riqualificazione edilizio-impiantistica (di ottimo livello), attuato da poco tempo, faceva ben sperare. Ma in queste condizioni appare uno spreco.
Sembrava ci fosse l’intenzione di valorizzare, ottimizzare e rendere più efficiente l’Ospedale di Lipari non solo con il mantenimento e il potenziamento del Punto Nascite in sicurezza assoluta, ma anche con la creazione di un centro donna e assistenza alla maternità, anche con il potenziamento del pronto soccorso, del reparto di traumatologia, di medicina e di chirurgia.
Ritorno, quindi, alle considerazioni di Chiara Giorgianni, che senz’altro condivido e faccio mie, perché tutti, per ciò che compete il ruolo che ognuno svolge nella nostra comunità eoliana, in primis le istituzioni preposte, si impegnino per una riorganizzazione e un potenziamento “reale” dell’intero presidio ospedaliero, a partire dall’integrare il personale sotto organico e quindi con l’adeguamento e la corretta funzione di tutti gli strumenti, per scongiurare dunque la chiusura definitiva del Punto Nascite.
Però tutti, proprio tutti, dobbiamo essere convinti che non può essere accettato il principio che per ottenere una richiesta si debba rinunziare all’altra.
Questo, almeno da parte mia, assolutamente no.
Sin dall’ormai lontano 2010 ho intrapreso questa civile lotta affinché si potesse continuare a “Nascere a Lipari”, ovviamente in piena sicurezza, per i tantissimi motivi di ordine etico e sociale che ormai è inutile ripetere poiché, sono convinto, che li conoscono anche le pietre...
Sono pronto, con lo stesso impegno di sempre, se può servire, a continuare a lottare fianco a fianco con l’Amministrazione Comunale, con il Consiglio Comunale e con tutti coloro cui sta a cuore la difesa di questi diritti civili e costituzionali.
L’ospedale di Lipari, infatti, serve sette isole e non può vivere in continuo stato di emergenza. Serve una programmazione seria e l’ottimizzazione della struttura che, in atto, è lontana da quello che dovrebbe garantire ai cittadini eoliani.
Va molto bene la costituzione di un tavolo tecnico sulla questione sanità, ma sarebbe più opportuno - a mio parere - che il Consiglio Comunale chiedesse al Direttore Generale dell’ASP una relazione sullo stato attuale dell’Ospedale di Lipari, sulla copertura dei posti vacanti, sulla mobilità, etc…
L’Ospedale continua a vivere una situazione difficile e non si intravedono tentativi di riordino efficaci, condivisi, adeguati a vocazioni e risorse.
Il nostro Ospedale appare disperatamente vuoto e si ha l’impressione che invece di potenziare i reparti che funzionano, lo si lasci morire, lo si lasci andare verso una condizione di “inefficienza” e questo non certo per carenza di professionalità.
Non si comprende il perché, forse per abbassare il valore (economico) del nosocomio ed arrivare alla chiusura giustificata prima di un reparto e poi dell’intero Ospedale?
Ad oggi solo la dedizione e l’impegno giornaliero di medici ed infermieri hanno evitato sia la paralisi delle sue attività, sia disagi ancora più gravi.
Perché c’è poca attenzione, perché si fa poco o niente per difendere il nostro ospedale?
Il progetto di valorizzazione dell’ospedale, che ha impegnato un cospicuo investimento di risorse economiche per la riqualificazione edilizio-impiantistica (di ottimo livello), attuato da poco tempo, faceva ben sperare. Ma in queste condizioni appare uno spreco.
Sembrava ci fosse l’intenzione di valorizzare, ottimizzare e rendere più efficiente l’Ospedale di Lipari non solo con il mantenimento e il potenziamento del Punto Nascite in sicurezza assoluta, ma anche con la creazione di un centro donna e assistenza alla maternità, anche con il potenziamento del pronto soccorso, del reparto di traumatologia, di medicina e di chirurgia.
Ritorno, quindi, alle considerazioni di Chiara Giorgianni, che senz’altro condivido e faccio mie, perché tutti, per ciò che compete il ruolo che ognuno svolge nella nostra comunità eoliana, in primis le istituzioni preposte, si impegnino per una riorganizzazione e un potenziamento “reale” dell’intero presidio ospedaliero, a partire dall’integrare il personale sotto organico e quindi con l’adeguamento e la corretta funzione di tutti gli strumenti, per scongiurare dunque la chiusura definitiva del Punto Nascite.
Però tutti, proprio tutti, dobbiamo essere convinti che non può essere accettato il principio che per ottenere una richiesta si debba rinunziare all’altra.
Questo, almeno da parte mia, assolutamente no.
Sin dall’ormai lontano 2010 ho intrapreso questa civile lotta affinché si potesse continuare a “Nascere a Lipari”, ovviamente in piena sicurezza, per i tantissimi motivi di ordine etico e sociale che ormai è inutile ripetere poiché, sono convinto, che li conoscono anche le pietre...
Sono pronto, con lo stesso impegno di sempre, se può servire, a continuare a lottare fianco a fianco con l’Amministrazione Comunale, con il Consiglio Comunale e con tutti coloro cui sta a cuore la difesa di questi diritti civili e costituzionali.
Lottare per il potenziamento e la riorganizzazione di tutti i servizi offerti presso l’ospedale di Lipari e la riapertura del Punto Nascite che, per mille ragioni, mi appare come una di quelle risorse sicuramente sottratte al nostro territorio, principalmente alle mamme e a tutte le donne eoliane.
Il potenziamento dei servizi offerti presso l’ospedale di Lipari non può assolutamente essere barattato ma è dovuto, anzi sono convinto che ci siano tutte le condizioni ed i buoni motivi affinché il nosocomio liparese ottenga la deroga per la riapertura del Punto Nascite (almeno di primo livello per garantire i parti rischio 1 ed emergenza) dove, specialmente in sala parto, sia indispensabile la chiarezza della catena di comando decisionale tra i diversi attori coinvolti.(Parlo di riapertura perché, anche se nessuno se n’è accorto, sino al 31 dicembre 2015 il Punto Nascite di primo livello era operativo, almeno sulla carta).
La salute della donna e del nascituro deve essere tutelata in qualsiasi parte del territorio italiano specialmente in quello con particolare conformazione geografica come le isole minori (come le Eolie!), garantendo di affrontare sereni e protetti l’evento nascita.
La tutela vada nella direzione di rendere fertili i territori disagiati che inevitabilmente negli anni hanno visto ridursi le nascite in loco, a causa del depotenziamento dei servizi.
Su la testa, una reazione è dovuta: è necessario fare qualche riflessione e qualche azione in più perché stiamo parlando della nostra salute.
Saverio Merlino
La salute della donna e del nascituro deve essere tutelata in qualsiasi parte del territorio italiano specialmente in quello con particolare conformazione geografica come le isole minori (come le Eolie!), garantendo di affrontare sereni e protetti l’evento nascita.
La tutela vada nella direzione di rendere fertili i territori disagiati che inevitabilmente negli anni hanno visto ridursi le nascite in loco, a causa del depotenziamento dei servizi.
Su la testa, una reazione è dovuta: è necessario fare qualche riflessione e qualche azione in più perché stiamo parlando della nostra salute.
Saverio Merlino
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