La Procura Regionale della Corte dei conti di Palermo ha contestato un danno erariale di euro 2.698.309,35 in pregiudizio del Ministero della Difesa, nei confronti del sindaco (Giorgianni Marco) e dell’assessore con delega ai servizi idrici (Orto Gaetano) del Comune di Lipari, del dirigente del III settore dello stesso Comune (Ficarra Mirko Bartolo), nonché dei dirigenti del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti (Ajello Felice, Loria Marcello, Greco Francesco e Anzà Salvatore) responsabili della procedura per la parte regionale.
L’illecito riscontrato concerne il sottoutilizzo del dissalatore dell’Isola di Lipari rispetto alla capacità produttiva massima.
In assenza di risorse naturali bastevoli a soddisfare i consumi, il sistema idrico dell’Isola di Lipari utilizza due modalità per il rifornimento idrico: il dissalatore e i rifornimenti tramite navi cisterna con costi differenti al metro cubo dell’acqua immessa in rete.
Il costo dell’acqua prodotta da dissalatore è poco inferiore a 2 euro al mc e fa carico per il 40% al Comune di Lipari e per il rimanente 60% alla Regione siciliana.
L’acqua rifornita dalle navi cisterna ha un costo di oltre 14 euro al mc a carico del Ministero della Difesa, mentre la gestione del servizio fa capo alla Regione siciliana.
I vertici del Comune di Lipari, come accertato dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo su delega del P.M. dott. Vincenzo Liprino, non hanno mai impegnato negli anni somme sufficienti per far fronte alla fornitura di acqua mediante dissalatore, accumulando una consistente esposizione debitoria nei confronti del gestore, tant’è che la Regione ha anche nominato nel 2019 un commissario ad acta. Si è accertato che il gestore, a fronte dei mancati pagamenti da parte del Comune, in più occasioni ha limitato volontariamente la produzione del dissalatore con conseguente ricorso da parte del Comune di Lipari all’approvvigionamento idrico tramite nave cisterna, causando un grave danno all’erario al Ministero della Difesa sul quale gravano i costi della fornitura idrica tramite le navi. Secondo la prospettazione della Procura regionale, gli organi del Comune di Lipari citati a giudizio non hanno predisposto adeguata copertura dei costi del dissalatore e non hanno neanche adeguato la tariffa idrica, immutata dal 2011, risultata insufficiente a coprire i costi del servizio.
I dirigenti della Regione siciliana pure a fronte di una produzione dell’impianto ampiamente inferiore a quella attesa, hanno continuato ad avallare le richieste del Comune di Lipari di rifornimento a mezzo navi cisterna attivandosi solo tardivamente e in modo parziale in funzione sussidiaria a fronte della perdurante ed ingiustificata inerzia dell’ente comunale in materia di gestione dell’acqua.
La segreteria del Procuratore Regionale
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