(Maria Cusolito e Carlo Lanza) Ogni anno li vedo. I Babbo Natale appesi alle finestre, quelli che si arrampicano su per le terrazze della casa, sopra le insegne dei negozi, sui pali della luce. Con grandi e buffi che sembrano veri. Alcuni di stoffa, altri di plastica, piccoli, medi, grandi. Alcuni con la scala, altri in equilibrio su fili trasparenti, penzolanti in posizioni improbabili. Rimangono li, mezzi equilibristi, a dispetto di sole e vento, pioggia o freddo, giorno e notte. Non importa. Stanno li. Ci provano. Fino in fondo. Hanno un compito: consegnare i regali. Portare un sogno in alto per poi farlo scivolare giu' dentro la cappa di un camino. Una specie di metafora. Tutta quella fatica per salire in alto e vedere consumarsi in un istante la consegna del dono. E ogni volta che li guardo, penso che i regali piu' belli siano quelli che nascono da dentro, dal cuore, dall'anima, dalla voglia di ricevere un semplice sorriso. In queste notti tempestose di dicembre, nella nostra piccola isola, lambita da mari agitati e venti taglienti, nessuna traccia dei tanti Babbi Natale di città. Nè appesi, nè fermi. Nè di stoffa, nè diplastica. Nè piccoli, nè medi, nè grandi. Le vie rimangono invase dal buio della notte, l'albero senza luci, i bimbi senza regalo. Già, i Babbo Natale di città, cosi' grandi e buffi che sembrano veri. Veri, umani. Umani come Sua Eccellenza il prefetto Alecci e il nostro caro sindaco Bruno, a cui mi rivolgo e dico: indossate per una notte i panni di Babbo Natale. Prendete in prestito del cotone e un cappello rosso. Camuffatevi il viso. Attraversate il mare, salite fino in cima al Vulcano e giungete fino a quest'isola. Illuminate le vie e i cuori dei bambini, di Padri e Madri, che attendono sotto un albero spoglio "Il regalo piu' bello". Attendono si addobbi non di luci, non di colori, ma di sorrisi, di emozioni, di certezze. Attendono quel disegno preparato con cura e colorato con attenzione. Attendono quelle aule fatte a mano e venute un po' storte, ma tanto acoglienti. Attendono una sedia e un banco nuovo su cui poggiarsi ed imparare a leggere. Attendono quella scuola, promessa da tempo e sempre rimandata ed ora finalmente riuscita. Immagino già quanta gente ci sarà riunita sotto quell'Albero, a scambiarsi auguri, pensieri, sorrisi, abbracci, emozioni e incredulità.
Eccellenza, Signor Sindaco, "Consegnate il regalo". Rinnovate il Rito. Far sorridere un bambino, magari un bambino di Stromboli. Sarebbe bello costringerci a chiudere gli occhi per un istante e raprendoli capire che a volte anche i sogni piu' difficili diventano realtà.
Auguri Eccellenza, Auguri Signor Sindaco, Auguri per averci regalato una scuola