La giunta regionale di governo, su proposta dell'assessore regionale al Territorio, Pippo Sorbello, ha approvato quattro piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico delle 21 unità fisiografiche della Sicilia continentale e i 5 piani delle isole minori.
Si tratta delle unità fisiografiche della Sicilia continentale n° 9 (da Porto di Licata a Punta Bianca), 10, (da Punta Bianca a Capo Rossello), 11, (da Capo Rossello a Capo San Marco), 12, (da Capo San Marco a Capo Granitola), e delle unità fisiografiche riguardanti le isole minori, la n° 22, (Lampedusa e Linosa), 23, (Pantelleria), 24, (Isole Egadi), 25, (Isola di Ustica), e 26 (Isole Eolie).
“Prosegue l'impegno -afferma Sorbello - dell'assessorato al Territorio nella raccolta, interpretazione ed elaborazione scientifica di tutti i dati di natura territoriale che possano costituire una base di lavoro per la costruzione di cartografie geotematiche applicate ai problemi di difesa costiera”.
Questo nuovo lavoro ricerca ed elaborazione e di approfondimento delle conoscenze sulle condizioni ambientali e sulla tendenza evolutiva dell'ambiente costiero, si era reso necessario visto i modesti risultati ottenuti con la realizzazione di interventi non inseriti in una strategia di pianificazione.
“I risultati di questo lavoro - aggiunge Sorbello - sono stati elaborati sulla base di criteri di priorità e metodologie per l'individuazione e la perimetrazione delle aree costiere soggette al rischio di erosione stabiliti dalla ‘Relazione generale del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico della Regione Siciliana’. Il governo regionale –continua l’assessore- ha rivolto un'attenzione particolare al problema dell'erosione della fascia costiera della regione le cui aree a rischio interessano circa 350 km (20% del territorio). I Piani per l'assetto idrogeologico sono quindi uno strumento di prevenzione e pianificazione in grado di pervenire ad un assetto idrogeologico del territorio che minimizzi il livello di rischio”.
Il livello territoriale di analisi scelto è stato quello dell'unità fisiografica costiera, (21 le unità in cui è stata divisa la Sicilia), tratti di costa ben definiti compresi tra due importanti elementi morfologici. Tutti i tratti costieri caratterizzati da arretramenti significativi della linea di spiaggia (superiore a 5 metri) sono stati perimetrati e, sulla base dello stato di sollecitazione delle mareggiate distruttive subite negli ultimi 15 anni e delle eventuali segnalazioni di pericolo pervenute, ad essi sono stati assegnati determinati valori di pericolosità e rischio. Queste informazioni, per ognuna delle unità costiere oggette dello studio, sono state rappresentate attraverso quattro tipi di elaborati cartografici in scala 1:5000, carta della tipologia costiera e dell'evoluzione della linea di riva; carta dell'evoluzione costiera; carta delle opere marittime esistenti e in progetto; carta della pericolosità e del rischio.