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venerdì 6 febbraio 2009

I CONSIGLIERI MUTI di Lino Natoli

(Lino Natoli) Durante le settimane scorse il dibattito politico locale si è concentrato sul tema del mutismo di certi consiglieri. Torno tardivamente sull'argomento solo per ricordare che la figura del consigliere muto non è recente, anzi, essa appartiene alla tradizione del nostro Consiglio Comunale. Durante gli anni di dominio incontrastato della Democrazia Cristiana di consiglieri muti l'aula era sovrabbondante. Nei banchi della maggioranza ma anche tra quelli di minoranza. Ovviamente la ripartizione non poteva essere proporzionale, la minoranza era costretta a parlare per necessità di ruolo. Il compito veniva affidato ad oratori memorabili che hanno segnato la storia di questo comune, gli altri si limitavano ad ascoltare ed annuire. Tra i banchi della D.C., invece, solo i capicorrente erano autorizzati a parlare, gli altri consiglieri stavano lì sonnacchiosi in attesa che tutto si compisse. Al momento del voto venivano scossi dal loro torpore, lo sguardo si dirigeva verso i gesti del capocorrente, alzavano il braccio una frazione di secondo dopo di lui, lo riabbassavano dopo che questi lo aveva abbassato, ricomponendosi come salme esanimi. Poteva verificarsi anche il caso che il capo, per convenienza di corrente, ordinasse loro di non partecipare al voto. Così i consiglieri muti uscivano conquistando i bagni del comune. Il Sindaco, che allora svolgeva le funzioni di Presidente del Consiglio, richiamava tutti in aula usando campanelli, inviando messi, richiamando ad alta voce. Tutto inutile: le necessità della prostata sovrabbondavano quelle della democrazia. Con la seconda repubblica il consigliere muto ha cambiato caratteristiche. La novità è stata introdotta dalla figura del consigliere rappresentante di isola o di frazione o di categoria. Il consigliere muto diventava portatore di interessi particolari, legati alla frazione di origine appunto, pertanto lo si poteva vedere sussultare in consiglio allorquando soltanto si nominava il nome dell'isola o della frazione di provenienza o della categoria di appartenenza. Solo in quelle occasioni. Il resto non era affare suo. Tuttavia parlava. Magari a sproposito, magari andando fuori tema rispetto ai problemi generali del comune, ma parlava anche lui. Esauritasi quella fase il consigliere muto è tornato, eletto o ripescato poco cambia. Ha rioccupato il proprio posto partecipando ai consigli comunali con un riserbo impenetrabile. Assorto, silenzioso, pensoso. Impermeabile ad ogni provocazione, ad ogni sollecitazione, se ne rimane lì silente ed imperscrutabile. Forse solo il poeta può aiutarci a darne un'immagine più compiuta quando riferendosi a ben altro argomento verseggiò: “alzò nel gran silenzio un dito: disse un nome.......Sonò alto un nitrito.”
Lino Natoli