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martedì 2 marzo 2010

UN PARCO PER LE EOLIE O MEGLIO...L'ENNESIMO PACCO PER LE EOLIE. L'INTERVENTO DELLE ASSOCIAZIONI VENATORIE

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che la FEDERAZIONE ITALIANA DELLA CACCIA, Sez. Locale di Lipari e l'ENALCACCIA, Sez. Locale di Lipari hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. le Sivio Berlusconi, al Presidente Regione Sicilia, On.le Raffaele Lombardo, all'On.le Francesco Rutelli, all' Assessorato Territorio e Ambiente Regione Sicilia, al Sindaco del Comune di Lipari, al Presidente Nazionale F.I.D.C., al Presidente Regionale F.I.D.C., al Presidente Provinciale F.I.D.C., al Presidente CONFAVI, Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro, all'Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro sez. Provinciale, al Partito Caccia e Ambiente, all'on.le Sergio Berlato.
IL TESTO:
Da qualche giorno circolano notizie ufficiali dell'imminente perimetrazione dell'istituendo Parco delle Isole Eolie, addirittura entro la fine di Marzo del corrente anno, decantando i molti benefici che tale area protetta apporterà alla comunità eoliana senza però considerare gli svantaggi e le ripercussioni negative che il Parco avrà sulla stessa.
A nostro avviso sarebbe stato più corretto informare la cittadinanza su quelli che sono gli effetti positivi e negativi di un Parco naturale e di un Area Marina Protetta, prima di procedere a qualsiasi perimetrazione, ma, come al solito, come è avvenuto per le Riserve Naturali e per tutti gli altri vincoli terrestri presenti nell'Arcipelago Eoliano (zps, sic, vincolo paesaggistico ed idrogeologico ecc.), anche questo ci viene imposto dall'alto, da parte di un ministro che si reca nel nostro arcipelago solo per passare qualche settimana di vacanze, durante il periodo estivo, disconoscendo totalmente le realtà e le problematiche locali.
Cosa ancora più grave è che qualcuno parla di successo, che l'istituzione di queste aree protette, non sarebbe altro che il frutto di una lunga e complessa opera di concertazione iniziata da diversi anni con le categorie interessate, tuttavia, ci preme sottolineare che nessuna categoria interessata è mai stata interpellata, né tantomeno vi è stata alcuna campagna di informazione.
E' palese come l'istituzione di una simile area protetta danneggi pesantemente alcune categorie, quali, cacciatori, agricoltori, proprietari terrieri, allevatori e pescatori, oltre ad essere in contrasto con la Legge 157/92 che stabilisce: “Il territorio agro-silvo-pastorale di ogni regione è destinato per una quota dal 20 al 30 per cento a protezione della fauna selvatica”; e con la Legge Regionale 33/97 che all’art. 14 comma 3 stabilisce: “È destinata a protezione della fauna selvatica una quota del 25 per cento del territorio agro-silvo-pastorale di ciascuna provincia regionale, ivi compresi i territori nei quali sia comunque vietata l'attività venatoria anche per effetto di altre leggi e disposizioni. Nelle isole minori la quota del 25 per cento va computata nell'ambito del proprio territorio”; ed ancora al comma 4: “Il territorio agro-silvo-pastorale di cui al comma 3 comprende anche le oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica, le zone di ripopolamento e cattura ed il centro pubblico di riproduzione e smistamento della fauna selvatica di cui agli articoli successivi, i parchi e le riserve naturali”
Nel regolamento che disciplina tali aree protette vige il divieto di: cattura, raccolta e danneggiamento delle specie animali e vegetali nonché l'asportazione di minerali e di reperti archeologici, alterazione dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delle acque, introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura, navigazione a motore ecc., basta leggere questo regolamento per capire come all'interno di simili aree protette, attività come la caccia, la pesca, la pastorizia, la raccolta di funghi, la stessa agricoltura e l'edilizia verrebbero fortemente limitate se non addirittura cancellate.
Tuttavia, per quanto riguarda la caccia, l'unica specie stanziale cacciabile sul nostro territorio è il coniglio selvatico che è una specie molto prolifera che arreca gravi danni all'agricoltura, la caccia a questo selvatico, oltre a rappresentare una tradizione isolana, soprattutto nelle isole di Lipari e di Vulcano, affonda le proprie radici nel tempo e vede impegnati, oggi, oltre 350 cacciatori locali e serve anche a contenere il numero di questi mammiferi ed evitare il loro dilagare.
La caccia nel nostro arcipelago non ha mai arrecato alcun danno, né viene vista dalla popolazione locale come attività di disturbo, né si sono mai verificati incidenti, essendo prevalentemente praticata in zone lontane dai centri abitati.
Il cacciatore eoliano è in perenne contatto con la natura e più di ogni altra persona ha conoscenza dei luoghi, dei sentieri e dei mutamenti ambientali ed ha interesse alla conservazione dell'ambiente che lo circonda ed è sempre stato contrario a qualsiasi forma di deturpazione ambientale.
L'istituzione del Parco oltre a cancellare la caccia ed a limitare la pesca, avrà gravi ripercussioni anche sul mondo agricolo, sull'artigianato e sulla proprietà privata, infatti i proprietari dei terreni ricadenti all'interno del perimetro protetto, vedranno letteralmente crollare il loro valore di mercato, nonché saranno soggetti al disbrigo di tutta una serie di pratiche burocratiche per la loro fruizione, oltre quanto previsto dall’art. 15 comma 1 della L. 394/91 (Legge sui Parchi) ovvero: “L'Ente Parco, nel quadro del programma di cui al comma 7, può prendere in locazione immobili compresi nel parco o acquisirli, anche mediante espropriazione o esercizio del diritto di prelazione di cui al comma 5, secondo le norme generali vigenti”.
Tutto ciò penalizza pesantemente i proprietari di terreni e di ruderi che ricadono all’interno dell'area protetta, comprimendo il loro diritto di proprietà.
Per quanto riguarda l’attività venatoria, non si vede quali spiragli possano esserci per integrare i cacciatori in una realtà come quella del Parco, essendo l'attività venatoria all'interno dei Parchi vietata.
Vivendo in una realtà isolana, è improponibile che un cacciatore Eoliano debba spostarsi in Sicilia o in altri luoghi per poter esercitare un suo diritto, riconosciuto dalla Legge Italiana, che è quello di andare a caccia, in quanto dovrebbe fare domanda di ammissione e dopo l'eventuale ammissione, pagare, per poter esercitare la caccia in altri A.T.C., ma soprattutto dovrebbe sobbarcarsi dei costi spropositati per tali spostamenti che trasformerebbero l'attività venatoria, nelle Isole Eolie, in uno sport da nababbi.
Gli americani, oltre a darci lezioni di democrazia, ci danno anche lezioni in materia di tutela ambientale, basti pensare alle cd. Aree Wilderness, si tratta di aree protette che pongono dei vincoli molto forti, ma tutto-sommato, non mummificano il territorio come i parchi, conservando gli habitat di molte specie animali e vegetali ed inoltre sono vivibili dai cacciatori, dai pescatori, dai cercatori di funghi e dai pastori.
Al loro interno, la caccia, praticata nel rispetto di un codice etico, non viene vista come un danno o come attività di disturbo per l'ambiente.
Al contrario delle zone a Parco o a Riserva Naturale, dove questi usi consuetudinari sono di solito vietati o impositivamente sottoposti a rigida disciplina dalle autorità politiche superiori, quali Stato o Regioni.
Infatti, nel nostro paese, sia da parte della politica nazionale che di quella regionale, vige un metodo autoritario ed impositivo con il quale si stanno istituendo Parchi Nazionali e Regionali, spesso consentiti dalle autorità locali solo perché sotto “pressione” o dietro promesse economiche (sono noti i pentimenti di molte amministrazioni comunali, allettate ad entrare nei Parchi con promesse di finanziamenti poi mai mantenuti o di sviluppi socio-economici mai verificatisi).
Una decisione così importante, come l'istituzione di un Parco, non può essere presa di punto in bianco solo da un drappello di politici locali, sempre pronti a chinare il capo ed a obbedire con atteggiamenti servilisti, alle decisioni del ministro di turno, pertanto, motiviamo il nostro dissenso rispetto ad una simile iniziativa, poiché ci sembra giusto e corretto che i cittadini eoliani, siano consapevoli del sacrificio che verrà loro imposto, evidenziando come in Sicilia l'istituzione di tutte queste aree protette ha comportato solo una mummificazione del territorio a causa dei pesanti vincoli, senza alcuna ricaduta positiva per l'economia.
In realtà le condizioni di gran parte dei Parchi Nazionali e Regionali è oggi scoraggiante, le popolazioni sono insoddisfatte, gli squilibri ambientali e faunistici gravissimi, i danni alla flora e alle colture, in certe aree protette del paese, sono evidenti ed accertabili, senza poi contare l'emorragia di denaro pubblico che lo Stato deve sostenere per gestire queste aree e nel rifondere i danni causati alle colture dal sovrappopolamento degli animali ed il tutto si ripercuote inesorabilmente sulle tasche degli italiani, tanto che ormai da tempo si parla di una modifica della legge 394/91 che disciplina i Parchi, trattandosi ormai di una legge antiquata, poiché in Italia molti animali entrano tra le specie protette, ma nessuno esce da questo elenco, neppure nell'ipotesi in cui si verifichi un sovrappopolamento e diventi nocivo.
Il territorio delle Isole Eolie risulta per 80% sottoposto a vincoli di ogni genere che di fatto strangolano la nostra economia, basti pensare che l'isola di Lipari, tutt'oggi non ha un porto sicuro che garantisca agli abitanti la piena mobilità con la terraferma, infatti, basta qualche nodo di vento per far saltare i collegamenti marittimi per giorni, facendo sì che i pendolari debbano spendere una parte dei loro stipendi in alberghi, ristoranti e costosi viaggi a bordo di elicotteri che atterrano su piste improvvisate alla meglio, poiché se escludiamo quella dell'Ospedale, utilizzata per il pronto soccorso, non esiste neppure una pista ad hoc per questi velivoli.
Paradossalmente, è anche incerto il futuro delle attuali compagnie di navigazione e lo dimostrano gli scioperi e l'occupazione di qualche traghetto da parte della popolazione locale inferocita dai continui tagli, così rischiando, le nostre amate Isole Eolie, Patrimonio dell'Umanità, inserite nella World Heritage List, di rimanere isolate dal resto del mondo.
Non è neppure un mistero che, per una famiglia di turisti, raggiungere le Isole Eolie, oltre ad essere un odissea, ha dei costi eccessivi che inducono molti ad optare per altre località, dove potranno trascorrere, con lo stesso budget di denaro, qualche giorno di vacanza in più.
Orbene, mancando tutte queste strutture primarie, non si vede come sia pensabile realizzare un Parco, mummificando un territorio e penalizzando l'intera collettività, per offrire che cosa?
E' impensabile fare turismo durante il periodo invernale se non siamo neppure in grado di assicurare il rientro dei nostri ospiti, cosa che non avviene in altre località, facendogli saltare le prenotazioni dei treni o degli aerei, né si può pensare di farli rientrare a bordo di elicotteri, poiché anche il sorvolo, delle aree protette nelle Eolie, con questi mezzi è stato oggetto di contestazione da parte di qualche frangia ambientalista, poiché sembrerebbe, a loro dire, che ciò arrecherebbe disturbo e stress alla fauna.
Il turismo all'interno dei Parchi rappresenta solo una piccola parte marginale e trascurabile del flusso turistico che investe la Sicilia e non è un mistero che molti di questi Parchi si sono rivelati solo un flop, ma ancora più scorrette ci sembrano le promesse di opportunità lavorative, quando si sa benissimo che quelle create da siffatte istituzioni sono molto limitate e riservate a pochissimi eletti, l'Ente Gestore del Parco, che dovrà gestire anche il sito UNESCO, non sarà sicuramente composto da persone del luogo, basta leggere il regolamento per capire come avvengono le nomine, pertanto il sacrificio imposto alla collettività eoliana appare del tutto irragionevole.
Le Associazioni Venatorie Eoliane, sono contrarie all'istituzione del parco non accettando nessun genere di compromesso, in quanto, nelle Isole Eolie, per tutelare il territorio bastano già i vincoli presenti, ciò che occorre è solo un maggiore controllo, in particolare, potenziando il corpo forestale che rispetto alle esigenze delle isole è sotto-organico.
Si rimprovera all'amministrazione locale di non aver tenuto sino ad oggi alcuna campagna di sensibilizzazione della collettività sui pro ed i contro dell'istituzione di una simile area protetta e su come questa inciderà sulla vita quotidiana della nostra comunità, avendo tenuto un atteggiamento passivo ed a meno di un mese dalla perimetrazione del Parco.
Anche noi siamo fieri ed orgogliosi che le nostre isole sono Patrimonio dell'Umanità, ci mancherebbe, saremmo dei folli a pensarla diversamente, ma stranamente, ci chiediamo: Tutto questo, quanti altri sacrifici comporterà per la comunità eoliana?
Visto che fino ad oggi si è adottata una strana linea politica: Prima proibiamo e chiudiamo...(come è avvenuto nel caso delle cave di pomice), beh, poi si vedrà!!!
E' sotto gli occhi di tutti come l'applicazione di una politica, rivolta a tutelare ad ogni costo il territorio, non controbilanciata dalla creazione di nuovi posti di lavoro o quantomeno da impieghi alternativi, non ha fatto altro che paralizzare l'economia dell'isola, facendo crescere in maniera esponenziale la disoccupazione.
Non vorremmo che una simile politica scellerata venisse applicata anche per l'istituzione del Parco, dietro false promesse di finanziamenti e posti di lavoro, poiché vedere altri disoccupati che protestano e vagano per la Casa Comunale è una sconfitta per le nostre isole, ma soprattutto, è un offesa per la dignità di tutte quelle persone oneste che hanno fatto del lavoro e della famiglia la loro unica ragione di vita.
Si ricordi, infine, come in passato, per l'istituzione delle riserve naturali, la comunità eoliana si era espressa contro le aree protette, rifiutandole per ben due volte, ormai stanca delle decine di vincoli imposti dall'alto, presentando in consiglio comunale una petizione popolare con oltre 1.500 firme raccolte in soli due giorni grazie all'opera dei cacciatori ed anche questa volta, tutti uniti, indipendentemente dall'associazione di appartenenza, siamo pronti a scendere in campo, chiedendo la collaborazione delle associazioni venatorie nazionali e regionali, del Partito Caccia Ambiente, dei politici e di tutti coloro che hanno a cuore la caccia, la pesca e le antiche tradizioni, per difendere il territorio delle nostre isole da questa ennesima vergogna.
Lipari, lì 01/03/2010
Federazione Italiana della Caccia
il Presidente della sezione locale
Geom. Angelo Scafidi
Enalcaccia
il Presidente della sezione locale
Antonino Acquaro