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mercoledì 3 marzo 2010

Regione. Esclusi dal piano casa gli immobili condonati

Piano Casa avanti tutta. Approvati ieri sera dall'Ars gli articoli chiave del provvedimento che dovrebbe consentire ai titolari di abitazioni mono o bifamiliari di ampliarle del 20 per cento, con l'obiettivo di mettere in sicurezza il territorio e rilanciare l'attività edilizia. Sono stati, infatti, approvati gli articoli 2,3, 6 e 7, in precedenza accantonati perché a questi erano collegati la maggior parte degli emendamenti dell'opposizione, soprattutto del Pdl, che, di fatto, puntava alla riforma della normativa urbanistica.
Un tentativo del Pdl, sostenuto dall'Udc, di consentire i benefici di legge anche per gli edifici abusivi, anche se sanati, è stato battuto a scrutinio segreto per ben due volte (47 no e 25 si alla prima votazione, 48 no e 24 si alla seconda). Respinto anche il tentativo del presidente della commissione Ambiente Fabio Mancuso (Pdl) di riportare il disegno di legge in commissione per riscriverlo totalmente, motivando la richiesta col particolare che, essendo stata autorizzata, attraverso l'approvazione dell'art. 10, la costruzione di parcheggi sotterranei, purché la superficie sia ricoperta di verde, si sarebbe dato il via alla "cementificazione selvaggia" del territorio.
A tali accuse il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha replicato invitando l'oratore a "un po' di pudore" prima di parlare di "cementificazione selvaggia" per la costruzione di parcheggi sotterranei. Con l'articolo 2, interamente riscritto dal governo, il cui comma 4 esclude dai benefici di legge gli edifici "sanati", saranno consentiti interventi edilizi di ampliamento dei soli edifici esistenti, non solo ad uso residenziale, ma anche uffici fino a 1000 metri cubi, ultimati entro il 31 dicembre 2009. Gli ampliamenti saranno consentiti, però, esclusivamente a chi è in regola con il pagamento delle tasse sui rifiuti e l'Ici. Inoltre, i nuovi volumi non potranno superare complessivamente il limite di 200 metri cubi. Gli ampliamenti saranno realizzabili accanto a fabbricati già esistenti, su piani superiori o con corpo edilizio separato, ma solo per uso abitativo. Gli interventi sono subordinati alle verifiche e all'adeguamento alle norme antisismiche. L'art.3, invece, consente di demolire e ricostruire integralmente gli edifici residenziali che non risultino adeguati agli attuali standard qualitativi igienico-sanitari, energetici, tecnologici, di sicurezza o alla normativa in materia di fasce di inedificabilità. In caso di demolizione e ricostruzione saranno consentiti aumenti della volumetria fino al 25 per cento della superficie in presenza di utilizzo di tecniche costruttive di bioedilizia e, fino al 35 per cento, in caso d'installazione di fonti di energie rinnovabili.
Con l'art. 6 si rendono più semplici e più snelle le procedure. Alla concessione edilizia viene sostituita la Dia (dichiarazione inizio lavori) che dà la possibilità di cominciare i lavori con una semplice comunicazione all'ufficio competente del comune. L'art. 7, infine, obbliga i costruttori ad adottare le opportune misure di prevenzione antisismica. "Il dato politico che emerge - ha dichiarato Giulia Adamo - è incontrovertibile, la maggioranza ha dato prova di compattezza, coerenza e lealtà». Soddisfatto anche il capogruppo del Pd Antonello Cracolici perché «l'aula ha tenuto. È importante che non vi siano premi per le sanatorie».
Critico, invece, Giovanni Barbagallo del Pd. Per lui, infatti, la Sicilia «non ha bisogno di aumentare il volume edificato, già superiore alla media nazionale, ma di incrementare il verde, ridurre le frane, consolidare gli edifici costruiti nei centri storici e nelle zone a rischio sismico ed idrogeologico. Con la legge, cosiddetta sul Piano Casa, non solo non si affrontano i temi della sicurezza e del risanamento, ma, addirittura, si danneggia ulteriormente il nostro territorio».