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mercoledì 3 marzo 2010

Vendesi Acquacalda... (II parte) di Marco Saltalamacchia

Riceviamo dal dott. Marco Saltalamacchia e pubblichiamo:
Visto che non tutti hanno percepito l’ironia del mio post precedente (mi limito a dire che siamo “Acquacaldani” da almeno quattro secoli e che come molti sanno non solo non vendo ma sto continuando cocciutamente ad investire ad Acquacalda da diversi anni..) ne do adesso l‘interpretazione autentica.
Il senso del mio racconto, che segue il precedente “sogno di una notte di fine estate” è cercare di evidenziare come, in un mondo sempre più globale, l’offerta di turismo di qualità a buon prezzo stia crescendo in modo continuo e che la concorrenza non faccia sconti a nessuno.
Parliamo di prezzi? Se 1.200 euro a persona volo compreso sembra uno sfregio a chi “fatica a sbarcare il lunario” deduco che anche le Eolie sono destinate unicamente al turismo di èlite visto che una vacanza equivalente per due persone ad Agosto a Lipari costa anche di più (7 notti al Carasco = 1.917 euro + volo Alitalia = 500 euro + taxi = 120x2 euro + aliscafo 34x2 : totale 2.687 euro)
Parliamo di logistica? 6 ore volo diretto da Monaco di Baviera a Dubai. Da Monaco a Lipari vanno calcolate non meno di 8 ore tra volo, taxi ed aliscafo e nave e relativi tempi morti (arrivo bagagli , coincidenze ecc.).
Parliamo di infrastrutture, ho segnalato i mall, i campi da golf a 45 euro, o a 18 euro per sciare addirittura, ma ho dimenticato di parlare delle diverse marine e yacht club, delle scuole di vela e dei centri di diving, per sottolineare che artificiali o meno che siano questi posti offrono innumerevoli attrattive per ogni tasca.
Ma avrei potuto parlare del Sudafrica, dello Zimbabwe o del Botswana, della Tunisia, della costa meridionale Turca, dell’Egitto e del Mar Rosso, ma perché no, dell’India o della Cina che offrono cultura e natura in egual misura, e che stanno investendo in modo strutturale per qualificare sempre di più la loro offerta turistica.
Le sterili difese campalistiche e massimalistiche legate al primato della “genuinità”, caro sig. Lo Cascio, possono riguardare che quella sparuta minoranza di turisti che in realtà, come me, tali non sono e che sono affettivamente legati a quei luoghi, ma mal si applicano a chi debba scegliere la sua destinazione di vacanza sulla base di un budget e della eventuale testimonianza di 6 milioni di persone (all’anno) che ahimè una volta tornati da quei luoghi fasulli non potranno che parlarne, con meraviglia.
Il resto è poesia.
Cordialmente
Marco Saltalamacchia