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lunedì 21 marzo 2011

Tirrenia, Uiltrasporti vuole un confronto col governo

Il sindacato Uiltrasporti chiede un confronto diretto con il governo su Tirrenia. Un tavolo parallelo alla “trattativa privata” per l’acquisizione della compagnia. 
Il segretario Giuseppe Caronia giudica “oscure” le recenti rassicurazioni fatte dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli al vicepresidente della Commissione Europea e responsabile della concorrenza Joaquin Almunia di una conclusione entro i tempi stabiliti dall’Europa del processo di privatizzazione. Secondo Caronia dal vincitore della gara «è lecito supporre una riorganizzazione e una rimodulazione delle attività  che superi ogni esistente duplicazione ed ogni surplus di offerta dei servizi. Così come è altrettanto logico aspettarsi che richiederanno al sindacato un'omogeneità del costo del lavoro attraverso l’unificazione contrattuale e temo che quello di riferimento non sarà quello dell’armamento pubblico». Una prospettiva lecita dal punto di vista aziendale, ma «in totale conflitto con quanto concordato e rappresenterebbe la totale violazione degli impegni assunti dal governo circa il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità contrattuale». «Occorre pertanto – prosegue Caronia - far partire da subito un confronto a Palazzo Chigi, parallelo e indipendente dalla “trattativa privata” con alcuni offerenti a cui il commissario straordinario dovrà necessariamente ricorrere per evitare il fallimento di Tirrenia e Siremar, al fine di concordare col governo i necessari ammortizzatori sociali, nelle stesse forme e qualità di quelli utilizzati per Alitalia, per il personale che dovesse risultare in esubero e che dovrebbe pertanto conseguentemente rimanere in forza alla procedura o per i quali in sub-ordine si dovranno prevedere adeguati incentivi per eventuali dimissioni volontarie. Si dovrà altresì individuare il modo con cui integrare i salari di tutti i lavoratori, quelli assunti dai nuovi eventuali acquirenti e quelli che dovessero rimanere con la vecchia Tirrenia in liquidazione, per garantirne gli attuali livelli».

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