Oggetto: richiesta di provvedimenti urgenti a seguito della grave situazione determinata nel corso dei lavori di “messa in sicurezza” dell’approdo di Filicudi Porto.
Gentili Signori,
i cassoni recentemente posizionati in testata alla banchina di Filicudi Porto nel corso dei lavori di “messa in sicurezza” che interessano lo stesso scalo, a seguito di una mareggiata di modesta entità avvenuta qualche giorno fa, sono in gran parte “scivolati” in profondità e – piuttosto che rendere sicuro il molo – costituiscono adesso un disordinato dedalo di strutture in cemento sparse in mare, certamente poco attinente alle finalità originarie della loro collocazione. Per una descrizione dettagliata della situazione, rimando all’articolo a firma di Peppe Paino pubblicato il 12 agosto su Gazzetta del Sud.
Vorrei sottolineare come, quando si verificano simili “imprevisti” nel corso dell’attività di un cantiere, è attendibile l’immediato intervento da parte dei responsabili dello stesso, come pure dei progettisti; se poi si tratta di un “imprevisto” che coinvolge il principale scalo di un’isola, sarebbe auspicabile almeno una visita per “presa visione” da parte degli amministratori del comune che, di fatto, rappresenta il committente dell’opera. Augurandomi di essere smentito, posso affermare, sulla base delle informazioni ricevute dagli abitanti e dagli operatori turistici di Filicudi Porto che mi hanno interpellato in qualità di consigliere comunale, che fino a ieri, 15 agosto, nulla di tutto questo sarebbe avvenuto: l’unica novità di rilievo registrata il 13 agosto è il trasferimento della gru con la quale sono stati posizionati i cassoni, imbarcata su una nave di linea che eccezionalmente ha fatto scalo nella banchina interdetta, e trasferita altrove.
La situazione che si è venuta a determinare appare francamente allarmante. Ritengo necessario premettere – per chi non ha seguito nel tempo gli sviluppi della vicenda – che sembrano essersi puntualmente verificati i rischi paventati in numerosi appelli, lanciati a varie riprese dalla comunità locale e/o da operatori nell’ambito portuale. Il primo, una lettera inviata due anni fa al Genio Civile Opere Marittime dai comandanti delle navi di linea che operano a Filicudi, metteva in evidenza numerose incongruenze di carattere tecnico nei lavori in previsione, ma la richiesta di una revisione del progetto è stata ignorata, a dispetto dell’esperienza e della competenza dei suoi promotori. La data di avvio dei lavori, secondo il pannello esibito in prossimità del cantiere, risulta quella del 13/3/2008 e gli stessi avrebbero dovuto concludersi (sic!) il 13/3/2009; l’effettivo inizio ha avuto invece luogo nel giugno del 2011, ovvero nel pieno di una breve stagione turistica, come quella che interessa l’isola, determinando 1) problemi di accesso alla bigliettazione, che resta operativa a Filicudi Porto mentre gli imbarchi avvengono a in località Pecorini, distante alcuni chilometri dalla prima, 2) problemi di traffico e congestionamento della rotabile per la località Percorini, certamente non adatta a volumi di transito come quelli che normalmente interessano Filicudi Porto e ad oggi mai dotata di un definitivo collaudo; tali difficoltà sono già state evidenziate dallo scrivente in una lettera aperta, inviata agli organi di stampa locali il 5 giugno di quest’anno, ma soprattutto in quella inviata il 17 luglio a S. E. il Prefetto di Messina, al Presidente della Regione e al Provveditore del Genio Civile OO.MM. e sottoscritta da numerosi operatori turistici e da altri abitanti dell’isola. A tali iniziative si aggiunge l’esposto presentato dal “Comitato attività commerciali e cittadini di Filicudi” in data 26 luglio alla Procura Regionale della Corte dei Conti, dove si evidenziano 1) l’irrazionalità della variante introdotta dal Genio Civile OO.MM., che ha stravolto il progetto originario modificando la disposizione dell’ampliamento della testata di banchina, 2) dubbi di natura tecnica sul tipo di cassoni utilizzati, in particolare sulla loro tenuta a fronte di sollecitazioni meteo-marine; dubbi, questi ultimi, che purtroppo sono stati puntualmente confermati da quanto si è verificato, ripeto, a seguito di una mareggiata estiva breve e di modesta entità.
Se già i tempi che generalmente caratterizzano le attività di cantiere nelle aree portuali fanno sperare poco, così come il loro avvio in data difforme da quella “ufficiale”, le inevitabili dilazioni dovute a “imprevisti” (che, nel caso in questione, erano stati tuttavia ampiamente previsti dai locali) divengono allarmanti; le Isole Eolie sono ricche di opere perennemente incompiute, dal molo della Protezione Civile realizzato a Ginostra nell’isola di Stromboli a quello commerciale di S. Marina a Salina. La situazione attuale, con i cassoni disordinatamente sparsi in testa alla banchina appena pochi giorni dopo la loro collocazione, suggerisce un inquietante scenario di degrado e di incuria che non è assolutamente tollerabile in un’isola già sottoposta – durante la stagione invernale – a prolungati isolamenti, con inevitabili limitazioni del diritto alla continuità territoriale dei suoi abitanti. Si rischia concretamente di impedire per lungo tempo l’utilizzo dell’unico scalo relativamente sicuro di Filicudi, condizione ingiustificabile se la comunità che la subisce vive su un’isola periferica e affronta già numerosi disagi, dall’accesso all’assistenza sanitaria all’obbligo scolastico per le classi superiori, ai trasporti di derrate alimentari e di beni di prima necessità, ecc.
Si chiede pertanto con urgenza un intervento risolutivo e definitivo allo scopo di ripristinare una piena funzionalità dello scalo, rimuovendo i cassoni collocati e successivamente “scivolati” nella attuale posizione. Si chiede altresì alle SS.VV. di adoperarsi per raccogliere pareri autorevoli al fine di analisi approfondita ma tempestiva del progetto, per valutare se le previsioni originarie – ovvero un intervento pertinente soltanto la testata e un lato della banchina (lasciando dunque l’altro disponibile almeno per le operazioni di attracco degli aliscafi) – non risultino maggiormente adeguate alla peculiare situazione di Filicudi Porto e del suo scalo; si sottolinea inoltre come risulti auspicabile, e aggiungerei indispensabile, che tale analisi possa essere estesa con altrettanta urgenza alla tempistica dei lavori, alla luce della mancata pianificazione del trasferimento delle operazioni di imbarco e sbarco allo scalo secondario dell’isola, che confligge palesemente con le esigenze stagionali e i flussi dei visitatori nell’isola e ha determinato finora un’evidente, tangibile situazione di disagio.
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà)
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