Giovanni Petrungaro-Gazzetta del sud - «Non è tagliando i 20 euro di gettone dei consiglieri comunali che si risolvono i problemi dei costi della politica. I nostri governanti dovrebbero guardare nella casa delle amministrazioni centrali, alla pletora di partecipate, invece di prendersela con l'anello debole». Come si prevedeva sono forti le reazioni alla manovra del governo nazionale che solo in provincia di Messina interessa il 20 per cento dei Comuni. Sul piede di guerra soprattutto le Eolie. A Salina il sindaco Massimo Lo Schiavo, che è anche presidente dell'Ancim, ha già chiesto al presidente della Regione l'apertura di un tavolo tecnico. «Ancora una volta lo Stato assume decisioni non considerando né i Comuni montani nè le Isole che sono territori che hanno peculiarità a se stanti. Occorre subito affrontare la questione per evitare una chiusura indiscriminata che porterà solo penalizzazioni e nessun risparmio».
«Ritengo che allo stato attuale sia l'ipotesi di una manovra fumosa» aggiunge Riccardo Gullo, sindaco di Leni, un altro comune (il terzo è Malfa, pure a rischio) a rischio soppressione. «Se ne parlava anche ai tempi di Craxi, prosegue il primo cittadino eoliano – ma vedremo sulla Gazzetta Ufficiale quali criteri si intendono portare avanti per l'accorpamento dei Comuni e cosa ne sarà di sindaco e consiglieri comunali. Mi sembra che il governo non abbia affatto le idee chiare. E' troppo facile parlare di accorpamento dei Comuni sotto i 1.000 abitanti – aggiunge – senza tenere conto delle situazioni particolari che ci sono. Personalmente sono abbastanza perplesso che tale riforma possa avvenire visto che ci troveremmo di fronte ad un peggioramento della crisi esistente. Mancherebbe il raccordo istituzione-cittadini. Pensi che noi amministratori facciamo spesso interventi che la struttura comunale non potrebbe fare. E poi dove sarebbe il risparmio? Qui a Leni il consiglio si riunisce al massimo dieci volte all'anno, i consiglieri hanno un'indennità al lordo di circa 200 euro, i quattro assessori non superano le 300 euro, quindi quali sono i costi. I piatti forti da tagliare sono altri. Non credo comunque che sarà affossata l'Italia dei Comuni che ha una sua storia e una sua identità. E' chiaro che ci difenderemo. Prima di far chiudere bottega ai Comuni si pensi alle Province e ad alti enti inutili».
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