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domenica 14 agosto 2011

Vacanze: “ricrearsi” o “consumarsi”? Riflessioni di un giovane educatore…


D'estate le opportunità di vivere il proprio tempo in modo significativo o in modo superficiale sono davvero tante. Questa la riflessione che scaturisce osservando l’invasione di villeggianti che in questi giorni stanno subendo le nostre isole. Molti di questi sono giovani e sempre di più “adolescenti”. Qualcuno di loro è arrivato con la proria famiglia, altri hanno raggiunto queste isole in gruppo, tra amici o semplicemente tra conoscenti. Qualcuno di loro è giunto con l’intenzione di ritemprarsi, qualcun altro semplicemente con l’idea di “sballarsi”. Qualcuno di loro già si guarda indietro e dice: "Le vacanze sono iniziate e io ancora non me ne sono accorto"; altri fanno il conto dei mesi che restano prima di ritornare al solito ritmo di studio o lavoro; c'è anche chi fa il conto alla rovescia verso il meritato riposo. In un blog si trova anche il pensiero di una sedicenne che vorrebbe persino concludere le vacanze, perché si sente “vuota”, perché le attività che sta svolgendo sono in vista del semplice divertimento che dopo l’illusoria ebbrezza del momento, lasciano dentro soltanto un terribile baratro di silenzio e solitudine. Pensieri sparsi, pensieri nostalgici, riflessioni di un'adolescente che aiutano a capire l'importanza di un tempo come questo da vivere in pienezza e con la coscienza di un periodo che attraverso le persone, i luoghi, gli incontri, le parole di certo segnerà il ritorno alla cosiddetta routine. Ogni estate rimane marchiata a fuoco nella nostra memoria come l'estate in cui vivemmo un'avventura ben specifica: l’estate della casa sull'albero, la prima fidanzatina, la prima vacanza da soli senza i genitori... Sono cose che normalmente succedono d'estate. Si aspetta l'estate per uscire, scoprire, crescere. Poi a settembre si torna a scuola, un po' più grandi.
Chi è in vacanza, chi si può riposare, chi si gode le ferie riesce a farlo veramente senza rischiare dopo la malinconia e affrontando bene il momento? Esiste anche un modo diverso di fare vacanza! Esistono giovani che vogliono "ricrearsi". Sì, ricrearsi, perché il rischio di un certo modo di vivere la vacanza è quello di consumarsi ed arrivare a settembre e ad ottobre con il metabolismo sballato, le occhiaie, scottature varie e soprattutto un'incapacità di riprendere i ritmi quotidiani di studio o di lavoro.
E' possibile che si ritorni alla vita di tutti i giorni come se nulla fosse accaduto? Una buona prospettiva potrebbe dunque essere quella di organizzare una vacanza che dosi bene tutte le esigenze della persona, puntando sul riposo fisico, sulla gioia di stare con gli amici, sul godersi la natura, sullo scoprire luoghi mai visti, sulla cultura, sulla rigenerazione dello spirito, sulla gestione equilibrata del giorno e della notte. Allargare i propri orizzonti vuol dire per esempio abbronzarsi ma non affondare le proprie radici su una spiaggia; divertirsi ma non "sballare"; gestire il tempo in modo diverso ma non cambiare tutte le notti con il giorno; fare nuove esperienze sì, ma anche tornare alle proprie origini e tradizioni magari nelle feste di paese e tra le sagre; leggere, ma possibilmente puntare su un buon romanzo piuttosto che sui giornali scandalistici; conoscere tanta gente, ma anche creare relazioni significative; dedicarsi un po' di tempo, ma prendersi anche cura degli altri.
Attenzione ragazzi! L’estate può essere un momento magico e di ristoro del corpo e della mente, oppure l’ennesima occasione per annullarsi perdendosi tra confusione dei locali, tra le musiche assordanti, tra le luci, nel caldo delle spiagge. “Lasciarsi andare”, una frase che può avere un duplice significato: da un lato, rilassarsi, dedicare del tempo a se stessi, divertirsi in modo sano, dall’altro può voler dire “buttarsi via”…consumarsi lentamente, annebbiati dall’alcol o da altre sostanze, penzolando lungo i bordi dei marciapiedi come “contenitori vuoti”.
Buone vacanze!
Dott. Amendola Samuele

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