Ma torniamo alle isole Eolie: dicevamo che un anno fa si era scatenato il panico, soprattutto a Lipari dove gli abitanti e i tanti turisti subito dopo la scossa avevano iniziato a correre spaventati. Molti si erano tuffati in acqua per paura dei crolli, perchè subito dopo la scossa in alcune valli dei versanti meridionali di Lipari si sono verificate frane e smottamenti che hanno spinto grossi massi verso le spiagge e il mare.
Comunque non ci sono stati danni nè feriti: hanno rischiato grosso diverse decine di bagnanti che si trovavano nella spiaggia Valle Muria, una delle più belle e incontaminate dell’isola, dove si sono verificati i crolli dal costone. Erano circa una quarantina e sono stati tutti tratti in salvo da varie motovedette, tra cui quella della scorta di Schifani, che sul suo yatch aveva rischiato di essere colpito dai massi franati dai costoni vicini a dov’era ormeggiato.
Comunque non ci sono stati danni nè feriti: hanno rischiato grosso diverse decine di bagnanti che si trovavano nella spiaggia Valle Muria, una delle più belle e incontaminate dell’isola, dove si sono verificati i crolli dal costone. Erano circa una quarantina e sono stati tutti tratti in salvo da varie motovedette, tra cui quella della scorta di Schifani, che sul suo yatch aveva rischiato di essere colpito dai massi franati dai costoni vicini a dov’era ormeggiato.
Quell’evento non ha provocato feriti, anche se in realtà 7 persone hanno fatto ricorso alla guardia medica per attacchi di panico o, nel caso di due ragazzi, per essere stati punti dalle meduse dopo che si erano tuffati in acqua per paura dei crolli. Dopotutto, non è successo nulla di grave anche se si è sfiorata la tragedia.
Che le isole Eolie siano una zona a forte attività sismica, lo sapevamo già ma l’evento di un anno fa è stato un ulteriore campanello d’allare che però, purtroppo, non è servito a nulla: cosa è stato fatto, in questo anno, per prevenire eventuali fenomeni calamitosi derivanti da terremoti e tsunami?
Se torniamo indietro a 9 anni fa, poi, ricordiamo l’evento del 30 dicembre 2002 quando una frana lungo la sciara del fuoco dello Stromboli provocò un debole tsunami nel basso Tirreno, sulle coste di Calabria e Sicilia. Anche in quel caso, il nulla di fatto dopo un evento che è suonato proprio come campanello d’allarme. La natura, prima di scatenarsi in modo devastante, manda sempre i suoi avvici preventivi. Bisogna saperli cogliere.
Se torniamo indietro a 9 anni fa, poi, ricordiamo l’evento del 30 dicembre 2002 quando una frana lungo la sciara del fuoco dello Stromboli provocò un debole tsunami nel basso Tirreno, sulle coste di Calabria e Sicilia. Anche in quel caso, il nulla di fatto dopo un evento che è suonato proprio come campanello d’allarme. La natura, prima di scatenarsi in modo devastante, manda sempre i suoi avvici preventivi. Bisogna saperli cogliere.
Proprio per questo motivo, un anno esatto dopo il sisma di Lipari, pubblichiamo in esclusiva uno studio del prof. Ortolani mirato proprio a sensibilizzare le istituzioni competenti a darsi una mossa per alimentare un sistema di prevenzione degno di un Paese moderno, civile e sviluppato come l’Italia vuole e deve essere.
Le immagini di un anno fa alle Eolie:
Tsunami: anche l’Italia è a rischio. Tanti campanelli d’allarme, ma poca prevenzione. Cliccando sul link sottostante si può leggere l'articolo del prof. Ortolani
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