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mercoledì 12 ottobre 2011

E c'è chi in Sicilia si deve "accontentare" di una pensione 496 mila euro l'anno

Se ne parla da qualche giorno, c’è un dirigente politico siciliano che ha visto accolto il suo ricorso dalla Corte dei Conti, che gli ha assegnato una pensione da 496 mila e 139 euro lordi all’anno (con l’adeguamento al costo della vita quota 500 è davvero vicina).
Insomma l’avvocato Felice Crosta si dovrà “accontentare” di 41.600 euro al mese, 1.369 euro al giorno, oltre a tutti gli arretrati maturati, grazie ad una legge della Regione Sicilia (ricordiamo che è una regione a statuto speciale), approvata nel 2005 in pieno interregno del “Re Sole”, Salvatore Cuffaro.
Ma andiamo con ordine: alla fine del 2005 tale legge predispone questa pensione record per chi diventa direttore generale dell’Agenzia per i Rifiuti e per le Acque. A Marzo del 2006 il Crosta è eletto appunto titolare di quella carica, ed a Luglio va già in pensione. L’anno seguente il suo successore gli accorda una pensione di 219 mila euro, non tenendo conto del contenuto della neonata Legge. Il Crosta fa ricorso e vince.
Si badi bene, dal punto di vista del diritto ha ragione, ma noi ci chiediamo se una legge che riconosce una tale indennità (più del doppio per esempio anche rispetto a quella di Giorgio Napolitano), in un Paese dove si domandano sacrifici sempre più insostenibili ai ceti più deboli, ha una sua ragion d’essere?

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