Un appello unanime e' stato lanciato oggi a Bruxelles dai  rappresentanti delle isole europee per prevedere, nei nuovi regolamenti  che disciplineranno l'utilizzazione dei fondi comunitari fino al 2020,  la tutela della specificita' insulare. 
La prima giornata di lavori degli open days ha messo subito a  confronto i rappresentanti delle isole con i funzionari della  commissione europea e i rappresentanti del parlamento europeo.
I relatori - Adonis Costantinides, Ioannis Firbas, Juan Gual de  Torrella, Gabriella Massidda, Maria Cristina Stimolo e Jean Michel  Palazzi, in rappresentanza delle isole greche, delle Baleari, di Cipro,  della Sardegna e della Sicilia - hanno presentato, moderati  dall'europarlementare Alyn Smith, un quadro completo delle difficolta'  geopolitiche legate alla condizione insulare: dal problema dei  collegamenti con la terraferma, a quelli della gestione delle risorse  idriche ed energetiche, dalla salvaguardia delle zone rurali di montagna  al sostegno delle piccole e medie imprese.
Il trattato europeo, le risoluzioni del parlamento, le dichiarazioni  d'intenti prevedono per le isole e le zone periferiche dell'Unione una  specifica salvaguardia. Manca la loro applicazione concreta - hanno  detto unanimamente i relatori - e i regolamenti appena presentati  confermano questa tendenza.
"I nuovi regolamenti lasciano spazio alla salvaguardia delle  specificita' insulari - ha replicato Eveline Petrat-Chartely, a nome  della DG REGIO della Commissione europea -. Ma solo nell'ambito del  nuovo quadro di assunzione di responsabilita' che viene chiesta ai  territori".
"Per accedere ai fondi, in base al nuovo quadro normativo proposto  dalla Commissione, deve essere verificata gia' in fase progettuale  l'efficacia dell'intervento. Ci sono pochi soldi disponibili. E l'Europa  intende spenderli solo in progetti che producano effetti concreti".
Nascono da questa esigenza le nuove regole che prevedono la stipula  dei contratti di partenariato tra commissione e governi: veri e propri  patti per lo sviluppo in cui saranno indicati tutti i parametri da  rispettare.
I livelli di stanziamento saranno ancorati ai risultati di spesa e  di efficienza gia' raggiunti. Le risorse andranno - insomma - solo a chi  dimostra di saper spendere i fondi, ottenendo risultati concreti.
Gli indicatori di spesa e di sviluppo da rispettare, saranno  verificati dal 2014 al 2017. Le regioni che rispetteranno la tabella di  marcia potranno accedere al fondo di premialita'.
Quelle che non terranno il passo, saranno invitate a fare le  correzioni necessarie. In caso contrario i fondi potranno prima essere  sospesi, poi perfino annullati. 
"Le isole - ha detto Giannina Usai - segretario generale  dell'associazione dei comuni delle isole minori - hanno elaborato un  programma di sviluppo integrato, che conta su fondi regionali e  nazionali, ma che non attinge a finanziamenti comunitari perche' la  complessa macchina burocratica europea, semplicemente non lo prevede. Va  bene la riforma, ma non e' chiaro il modo in cui si dara' concreta  risposta ai principi di coordinamento degli interventi, che le piccole  isole italiane hanno gia' adottato". 
L'esigenza di una profonda semplificazione delle procedure e di una  loro sburocratizzazione e' stata sottolineata anche dai numerosi  europarlamentari che sono intervenuti nel dibattito.
"Imporre il rispetto dei parametri europei di costo alle piccole  isole e' un assurdo - ha detto Rosario Crocetta -. In questo modo  diventa necessario chiudere i reparti di maternita' e si costringono le  partorienti a raggiungere gli ospedali della terraferma in elicottero".
"Solo prevedendo un contatto e un dialogo diretto tra le  amministrazioni locali e l'Europa si potra' garantire - ha aggiunto -  uno sviluppo veramente armonico per tutti i cittadini del continente  europeo".
Dalla riunione di Bruxelles e' arrivato anche un pronunciamento  forte a sostegno del "patto delle isole", il programma comunitario che  prevede investimenti nelle isole europee per l'abbattimento delle  emissioni di Co2. Il programma infatti rischia di essere cancellato  dalla programmazione comunitaria. Ma le isole si sono mobilitate, e al  Parlamento europeo e' stata depositata una dichiarazione programmatica  che sta raccogliendo le firme e i consensi di moltissimi  europarlamentari.
 
 
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