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martedì 11 ottobre 2011

FONDI STRUTTURALI: RISPETTARE LE ISOLE E LE LORO SPECIFICITA'

Un appello unanime e' stato lanciato oggi a Bruxelles dai rappresentanti delle isole europee per prevedere, nei nuovi regolamenti che disciplineranno l'utilizzazione dei fondi comunitari fino al 2020, la tutela della specificita' insulare.
La prima giornata di lavori degli open days ha messo subito a confronto i rappresentanti delle isole con i funzionari della commissione europea e i rappresentanti del parlamento europeo.
I relatori - Adonis Costantinides, Ioannis Firbas, Juan Gual de Torrella, Gabriella Massidda, Maria Cristina Stimolo e Jean Michel Palazzi, in rappresentanza delle isole greche, delle Baleari, di Cipro, della Sardegna e della Sicilia - hanno presentato, moderati dall'europarlementare Alyn Smith, un quadro completo delle difficolta' geopolitiche legate alla condizione insulare: dal problema dei collegamenti con la terraferma, a quelli della gestione delle risorse idriche ed energetiche, dalla salvaguardia delle zone rurali di montagna al sostegno delle piccole e medie imprese.
Il trattato europeo, le risoluzioni del parlamento, le dichiarazioni d'intenti prevedono per le isole e le zone periferiche dell'Unione una specifica salvaguardia. Manca la loro applicazione concreta - hanno detto unanimamente i relatori - e i regolamenti appena presentati confermano questa tendenza.
"I nuovi regolamenti lasciano spazio alla salvaguardia delle specificita' insulari - ha replicato Eveline Petrat-Chartely, a nome della DG REGIO della Commissione europea -. Ma solo nell'ambito del nuovo quadro di assunzione di responsabilita' che viene chiesta ai territori".
"Per accedere ai fondi, in base al nuovo quadro normativo proposto dalla Commissione, deve essere verificata gia' in fase progettuale l'efficacia dell'intervento. Ci sono pochi soldi disponibili. E l'Europa intende spenderli solo in progetti che producano effetti concreti".
Nascono da questa esigenza le nuove regole che prevedono la stipula dei contratti di partenariato tra commissione e governi: veri e propri patti per lo sviluppo in cui saranno indicati tutti i parametri da rispettare.
I livelli di stanziamento saranno ancorati ai risultati di spesa e di efficienza gia' raggiunti. Le risorse andranno - insomma - solo a chi dimostra di saper spendere i fondi, ottenendo risultati concreti.
Gli indicatori di spesa e di sviluppo da rispettare, saranno verificati dal 2014 al 2017. Le regioni che rispetteranno la tabella di marcia potranno accedere al fondo di premialita'.
Quelle che non terranno il passo, saranno invitate a fare le correzioni necessarie. In caso contrario i fondi potranno prima essere sospesi, poi perfino annullati.
"Le isole - ha detto Giannina Usai - segretario generale dell'associazione dei comuni delle isole minori - hanno elaborato un programma di sviluppo integrato, che conta su fondi regionali e nazionali, ma che non attinge a finanziamenti comunitari perche' la complessa macchina burocratica europea, semplicemente non lo prevede. Va bene la riforma, ma non e' chiaro il modo in cui si dara' concreta risposta ai principi di coordinamento degli interventi, che le piccole isole italiane hanno gia' adottato".
L'esigenza di una profonda semplificazione delle procedure e di una loro sburocratizzazione e' stata sottolineata anche dai numerosi europarlamentari che sono intervenuti nel dibattito.
"Imporre il rispetto dei parametri europei di costo alle piccole isole e' un assurdo - ha detto Rosario Crocetta -. In questo modo diventa necessario chiudere i reparti di maternita' e si costringono le partorienti a raggiungere gli ospedali della terraferma in elicottero".
"Solo prevedendo un contatto e un dialogo diretto tra le amministrazioni locali e l'Europa si potra' garantire - ha aggiunto - uno sviluppo veramente armonico per tutti i cittadini del continente europeo".
Dalla riunione di Bruxelles e' arrivato anche un pronunciamento forte a sostegno del "patto delle isole", il programma comunitario che prevede investimenti nelle isole europee per l'abbattimento delle emissioni di Co2. Il programma infatti rischia di essere cancellato dalla programmazione comunitaria. Ma le isole si sono mobilitate, e al Parlamento europeo e' stata depositata una dichiarazione programmatica che sta raccogliendo le firme e i consensi di moltissimi europarlamentari.

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