Evitabile il 92% delle cadute in ospedale. Ecco la Raccomandazione del ministeroCattiva gestione del paziente e carenze strutturali dell’ospedale. Queste sono le cause del 92% delle cadute dei pazienti in ospedale. Per prevenirle il ministero della Salute ha elaborato una nuovaRaccomandazionecondivisa con le Regioni.Il 78% delle cadute dei pazienti in ospedale avviene a causa delle loro condizioni di salute (difficoltà a deambulare o disorientamento) che il personale dovrebbe conoscere bene e sulle quali, dunque, dovrebbe esercitare un maggiore controllo, aiutando i pazienti nei vari spostamenti. Ma c’è un altro 14% di cadute in ospedale che sarebbe evitabile, perché determinato da fattori ambientali come l’assenza di corrimano lungo i corridoi o pavimenti scivolosi.Solo l’8% delle cadute sarebbe, di fatto, imprevedibile. Eppure si tratta di un problema che ha gravi conseguenze sul paziente. La metà degli anziani che cade in ospedale riporta una frattura del femore e il 20% di loro muore dopo 6 mesi a causa di complicanze. Ma una caduta può essere la causa anche di altri problemi: aumento della disabilità, paura di cadere di nuovo, in generale una riduzione anche significativa della qualità della vita. E, al contrario, un consistente aumento dei costi per il Ssn legato a degenze più lunghe del previsto, attività diagnostico e terapeutiche aggiuntive, aumento dei costi sociali e sanitari. Per questo dal ministero della Salute arriva la nuova Raccomandazione, condivisa con il Comitato tecnico delle Regioni per la sicurezza del paziente, per la prevenzione della caduta dei pazienti nelle strutture sanitarie e, dove anche avvenisse, per la riduzione delle conseguenze derivanti. Come? Con un’attenta valutazione e monitoraggio di ciascun paziente e l’attuazione di interventi mirati alla riduzione dei fattori di rischio personali e ambientali. E poi con l’attivazione di appropriate modalità di gestione del paziente caduto. Tra i fatto di cui tenere conto rispetto alle condizioni di salute dei pazienti, ad esempio, c’è l’età (gli anziani rischiano di più di cadere), casi di caduta precedenti, deterioramento dello stato mentale e delle funzioni neuromuscolari, deformazioni degli arti, incontinenza. Per quanto riguarda la struttura, dovrebbe essere dotata di sostegni lungo i corridoi e nelle stanze, illuminazione adeguata e pavimenti non scivolosi, ma anche letti o barelle regolabili in altezza, e di ausili per la deambulazione a portata di paziente. Fondamentale anche una corretta gestione della terapia farmacologica, informando ad esempio i pazienti su eventuali terapie che possono compromettere il loro equilibrio. Ovviamente, sottolinea il ministero, la diffusione della raccomandazione e la formazione del personale è fondamentale. A migliorare deve essere non solo la competenza nella gestione delle cadute, ma anche la consapevolezza del rischio e della problematica. Consapevolezza e informazioni che, afferma il ministero, vanno trasmesse anche al paziente stesso e ai suoi familiari. TICKET SANITARI: GARANTITA LA PRIVACY DEGLI ASSISTITI No alla “dichiarazione dei redditi” in farmacia. Non ci sarà bisogno di dichiarare il proprio reddito al farmacista per individuare l’importo del ticket da pagare. Basterà che i medici appongano un codice sulle ricette per l’acquisto dei farmaci e per le altre prestazioni sanitarie. In questi termini il Garante privacy ha dato via libera allo schema di linee di indirizzo in materia di misure regionali di compartecipazione alla spesa sanitaria per fasce di reddito, predisposte dal Ministero dell’economia e delle finanze. Le nuove misure, che avranno valore su tutto il territorio nazionale, traggono origine dalle segnalazioni di pazienti che, per usufruire delle esenzioni sul ticket, erano stati costretti a comunicare il loro livello di reddito al farmacista, magari in presenza di altri clienti, o alle persone che eventualmente acquistavano medicinali per loro conto. Alcune Regioni, infatti, in seguito alla manovra economica 2011, avevano deciso di non introdurre il pagamento di 10 euro sulle ricette per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, differenziando invece il ticket richiesto in base alla fascia di reddito familiare. Le modalità adottate, però, non garantivano un’adeguata protezione dei dati personali dei pazienti. Lo schema di linee di indirizzo, che tiene conto delle indicazioni fornite dal Garante al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero della salute, prevede che, a tutela della privacy, sia il medico stesso ad apporre sulla ricetta un codice teso a identificare, non in chiaro, la fascia di reddito di appartenenza dell’assistito, e quindi a definire l’entità del contributo da pagare. All’atto della prescrizione, il medico dovrà verificare il codice da inserire per ogni persona collegandosi al Sistema tessera sanitaria oppure utilizzando l’apposita documentazione cartacea o digitale predisposta dalla azienda sanitaria locale. |
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venerdì 25 novembre 2011
Le news di CittadinanzAttiva di B.M. Tedros
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