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lunedì 21 novembre 2011

"Qui bisogna riscrivere le regole del vivere civile o... ". L'editoriale di Salvatore Sarpi

Si sta infiammando sui blog, sui vari siti d'informazione eoliani, la fase pre campagna elettorale nel comune di Lipari.
Comune dove, dopo due amministrazioni Bruno, si tornerà alle urne nel maggio del 2012. Si tornerà alle urne, tra l'altro, con sensibili novità che vanno dall'elezione alla prima tornata del sindaco (non ci sarà più il ballottaggio) alla sensibile riduzione del numero di assessori e consiglieri comunali. Situazioni queste che non potranno non avere sicuramente la loro incidenza.
Sino a questo momento, per una scelta ben precisa, abbiamo deciso di non scendere in campo direttamente in questa pre campagna elettorale. Ci siamo semplicemente limitati, in modo bitarpisan, a riportare comunicati, lettere, sensazioni, prese di posizione provenienti dalla società civile, dai gruppi costituiti, dai partiti.
E' chiaro che, al momento giusto (decideremo noi quando sarà) diremo la nostra.... se è il caso con nomi e cognomi... piaccia o non piaccia. Come d'altronde questo direttore ha sempre fatto e non solo per quanto riguarda la politica.
L'intervento di oggi, lo si evince chiaramente dal titolo dell'editoriale "Qui bisogna riscrivere le regole del vivere civile o, meglio, applicarle e farle rispettare", è solo un mettere i "puntini sulle i" alla luce di tutta una serie di situazioni che si stanno verificando nel nostro comune e che non possono passare inosservati ne a chi amministra o ricopre un ruolo oggi nella nostra collettività.... ne a chi si candiderà o andrà ad amministrare questo comune.
Ci spiace dirlo questo è ormai un paese senza regole e stare a dire in questo o in quel settore è come andare a cercare qualche moneta regolarmente coniata in un sacco di monete false.
Un paese senza regole dove ognuno si è "autoimpossessato" di un diritto che tale non sarebbe e lo usa come fosse pienamente nella legalità; dove ognuno si fa "giustizia" da sè; dove chi tenta di fare il proprio lavoro viene visto come una bestia rara o, ancora peggio, finisce nel mirino di chi si ritiene toccato; dove per ottenere un proprio diritto bisogna che lo si chieda come un piacere. E potremmo continuare all'infinito.
Alla politica spetta anche questo compito. Il programma di qualsiasi candidato, al di là di una serie di punti focali che devono servire a non far cadere queste isole nel baratro, non può prescindere dal ripristino della legalità. Non sarà facile porlo in essere "incancrenite" come sono determinate situazioni ma è necessario se si vuole il bene del paese.

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