Riceviamo e pubblichiamo:
Rispondo direttamente all’amico Sergio La Cava che mi ha chiamato in causa: la parola confronto è quella a cui naturalmente devo fare riferimento per confermare che nessun può impedire a chi ha sostenuto l’attuale amministrazione “il diritto ad esprimersi e non possa avere una propria concezione della vita politica e dello sviluppo del paese” il confronto nasce proprio per questo.
Ben venga il confronto il campagna elettorale, ben venga il confronto anche dopo la campagna elettorale, ben venga il sistematico confronto tra posizioni politiche diverse, tra diversi modi e modelli di pensare e di vedere lo sviluppo delle Eolie, in tutte le sedi, soprattutto, in consiglio comunale.
Aggiunto anche un’altra parola, caro Sergio, sempre presente nei nostri incontri, “rispetto”. Il rispetto di chi la pensa diversamente e non la demonizzazione dell’avversario, come ha fatto, negli ultimi cinque anni, questa amministrazione dividendo la nostra Comunità “tra chi è con me e chi contro di me!”.
Noi abbiamo in comune un’esperienza amministrativa, tu da consigliere comunale d’opposizione, io da assessore dell’amministrazione Giacomantonio; nonostante le interrogazioni, le interpellanze ed i solleciti che un consigliere deve fare, il nostro rapporto è stato sempre improntato al rispetto della persona. Ho sempre risposto alle interrogazioni sia per iscritto sia in aula nelle occasioni dei consigli comunali, dialogando sui problemi evidenziati da te in ogni occasione. Prova a chiedere agli attuali amministratori a quante interrogazioni hanno risposto per iscritto e in via orale? Il rispetto parte anche da qui! “Non rispondo, faccio finta di nulla, tanto vali niente!” Questo è il modo di amministrare al tempo dei marianismo.
Tu citi l’apparentamento nell’ultima tornata elettorale tra l’UDC i DS e la Margherita, io ti ricordo che l’apparentamento fu votato da un’assemblea popolare alla Filadelfia chiesto proprio da me, allora segretario politico dei DS, al nostro candidato sindaco ed al comitato delle forze che lo sostenevano. Un rapporto politico che è proseguito con un’attività politica in comune negli ultimi cinque anni che ha contributo a farci conoscere, approfondire le problematiche sul paese, portare ad un’attività politica sempre condivisa fra le varie componenti politiche presenti. Così si fa amministrazione, così si crea la nuova classe politica: confronto, condivisione, scelta, proposta unitaria.
Un sindaco, un’amministrazione che ha rispetto delle posizioni politiche diverse dalle proprie cerca la pace e la concordia attraverso un rapporto chiaro e leale anche con chi la pensa diversamente; non ignora le personalità, i rappresentanti politici delle altre forze politiche, ma sui grandi problemi del Paese, per i quali serve la massima unità e condivisioni, le cerca e prova a trovare delle intese.
Ti faccio un esempio banale: nel corso del 2003/2004 dopo numerose note di sollecito nella qualità di segretario dei Democratici di Sinistra, siamo ricevuti dal sindaco di Lipari, il quale in merito alla portualità ci dice di non poter completare il piano dei porti per mancanza di fondi necessari al pagamento della parcella dei professionisti, circa 250 mila euro. Noi quale forza di opposizione, prendiamo atto della situazione, è presentiamo una interrogazione parlamentare regionale per chiedere all’allora presidente della Regione di assegnare i fondi al comune di Lipari per la definizione dello strumento programmatico. Non abbiamo parlato di quello che l’amministrazione voleva o non voleva fare per la portualità nelle nostre isole, abbiamo concordato che soltanto il Piano regolatore dei Porti poteva indicare la strada migliore per la partecipazione delle forze politiche, per la condivisione delle scelte, per un percorso trasparente. Sai benissimo com’è finita. Ad distanza di sette anni siamo senza piano regolatore dei Porti e senza una portualità chiara e condivisa da tutti.
Io auspico che il nuovo sindaco, chiunque esso sia (naturalmente mi auguro che sia della mia parte politica) abbia la capacità di parlare, di dialogare anche con le forze di opposizione, per evitare quelle contrapposizioni che sicuramente non hanno fatto bene al Paese ma per le quali le forze di minoranza non hanno alcuna colpa, per quest’ultima bisogna guarda dall’altra parte. Soltanto se riusciamo a confrontarci serenamente sui problemi, senza fare delle crociate contro chi la pensa diversamente, possiamo sperare di costruire un futuro per le nostre isole.
Giuseppe La Greca
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