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venerdì 4 novembre 2011

Lauria e il dibattito politico

Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Direttore, 
anche io seguo con attenzione il dibattito in corso sulla rete per l’identificazione del nuovo Sindaco e della nuova amministrazione e penso che sia un fatto assolutamente positivo, ma noto, che ci sono degli interventi che ho qualche difficoltà a comprendere.
Ad esempio citare “ le primarie” ed il continuo richiamo a candidati non espressi dai partiti.
Io non ho nulla in contrario a movimenti civici che avvicinano i cittadini alla politica, non può che essere positiva la partecipazione più ampia, anche di chi non si riconosce in una forza politica in particolare, però credo sia ingiusto non riconoscere la possibilità o il ruolo di chi decide di contribuire al bene del paese operando dall’interno di una forza politica in cui si riconosce.
Non accettare ciò, non mi pare ricercare la condivisione più ampia.
Inoltre mi chiedo se un eventuale candidato che ha il favore della cosiddetta società civile rifiuterebbe l’appoggio ed il sostegno delle più tradizionali forze politiche come i partiti, e quindi dei cittadini che si riconoscono in essi, potrebbe mai vincere una competizione elettorale? Perché, ricordo a tutti i novelli messia della rete che il candidato oltre che condiviso deve anche essere, abbastanza rappresentativo da vincere le elezioni, per poter poi governare con un programma condiviso.
Per quanto riguarda poi, il richiamo sempre più frequente a delle “primarie”, che a quanto pare qualcuno ha riscoperto non solo come patrimonio o abitudine della sinistra, ma necessarie a trovare un candidato “di tutti”, capace di proporre una amministrazione che sia pronta a favorire pace e unità di intenti.
Non ho un parere preconcetto contro le primarie, che un partito, una coalizione o anche dei movimenti cittadini apartitici, “ che hanno già verificato tra loro la condivisione di un programma o di un percorso comune”, possono proporre se devono scegliere tra più candidati disponibili, il migliore o più semplicemente il più idoneo a concretizzare un programma condiviso. Questo è certamente un metodo democratico.
Altrettanto democratico, dal mio punto  di vista, e come avviene nel partito in cui milito, è il caso in cui un partito o una coalizione o un movimento cittadino propone a tutto il corpo elettorale un programma, una amministrazione ed un candidato a Sindaco, confrontandosi democraticamente con tutti i cittadini che “ con il loro voto alle elezioni “, e non alle primarie, scelgono da chi farsi amministrare. In definitiva chi dovrà amministrare questo paese lo sceglieranno tutti gli elettori, con il loro voto, e con il massimo rispetto per tutti, non credo che basti verificare la popolarità di un nome con delle primarie, che restano una iniziativa di una parte più o meno numerosa della popolazione, per fornire allo stesso nome l’esclusiva patente a rappresentare tutti i cittadini.
In questo paese ci conosciamo tutti, quindi, primarie a parte, non è difficile valutare la credibilità, l’onestà, il sostegno popolare vantato e la coerenza di ogni singolo candidato che si proporrà alla guida del paese e ogni cittadino, che certamente deve essere coinvolto il più possibile, sin da ora, valuterà con il suo voto da chi farsi rappresentare.
Una ultima considerazione su queste fantomatiche primarie che dovremmo recitare.
Ma quale è l’aggregazione di persone che vi dovrebbero partecipare o eventualmente candidarsi? tutti insieme appassionatamente? Senza distinguere tra chi ha amministrato e ha ridotto il paese in queste condizioni e chi ha speso la propria azione a combattere questa terribile amministrazione? senza distinguere tra chi ha scelto di avvalersi del potere magari per ottenere benefici personali o chi ha scelto di non condividere niente con una classe amministrativa dimostratasi quanto meno inadeguata ed incapace ?.
La pace e la comunione di intenti sono necessari, ma la pace non è far finta di niente, non è rinunciare ad identificare responsabili e responsabilità nella gestione del paese.
Ognuno è responsabile delle proprie azioni, dei propri comportamenti,  delle scelte politiche che fa, e dei risultati che ottiene.
Ognuno di noi non può essere considerato solo per quello che ha in programma di fare e di condividere ma anche per quello che politicamente ha fatto e ha condiviso.
Per questo deve essere giudicato “politicamente” con il voto di tutti i cittadini e questo avviene nel modo più democratico possibile, con la partecipazione di tutti, alle elezioni, dove tutti si esprimono nel segreto dell’urna.
Rinunciare a chiarire chi ha amministrato bene e chi male non è pace è “qualunquismo”. 
 Lipari, 04.11.2011
                                                                                  Bartolo Lauria

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