A quanto pare nella serata di ieri, 29 dicembre 2013, “l’attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC) dell’Etna si è progressivamenteintensificata“. Ne derivano dunque delle “frequenti e forti esplosioni da due bocche eruttive“, le quali sono situate nella parte interna del cratere. Tali eruzioni dell’Etna danno luogo anche a dei boati molto forti “udibili in un vasto settore attorno al vulcano“. Ma non finisce qui, perché vi sono due colate di lava attive. Una di esse viene alimentata da una bocca che è situata sul fianco orientale del cono del NSEC, e l’altra colata fuoriesce invece dall’orlo nord-orientale del cratere. A quanto pare, nonostante la situazione sia sotto controllo, si è rivelato necessario chiudere due settori dell’aeroporto di Catania. Infatti l’attività esplosiva dell’Etna ha dato vita ad una nube di cenere diluita che viene fatta viaggiare dal vento. A detta sempre dell’Ingv di Catania, “l’ampiezza media del tremore vulcanico è in salita“. Attualmente non si è ancora in una fase critica, e coloro che lavorano presso l’Istituto di geofisica e vulcanologia a Catania hanno assicurato che verranno rese note tempestivamente informazioni rilevanti.
Questa è la situazione in Sicilia, e la speranza è che l’eruzione dell’Etna non degeneri provocando danni. Attualmente questa eventualità è lontana, ma l’allerta non manca. Si attendono ulteriori aggiornamenti sull’eruzione dell’Etna e sulla situazione presso l’aeroporto di Catania.
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