Entrano nel vivo le indagini per la morte di Provvidenza Grassi. Sotto i riflettori degli investigatori la Fiat 600 alla cui guida la ragazza si trovava quando sarebbe volata dal viadotto Bordonaro la notte del 10 luglio scorso. Andreas Pirri, il perito nominato dal sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, il consulente di parte e l’avvocato della famiglia Grassi, Giuseppina Iaria stamattina si sono recati nel deposito in cui è custodita l’autovettura. Il perito ha così potuto visionare la Fiat 600 sulla quale sarebbero state trovate tracce ritenute d’interesse. In particolare un’evidente ammaccatura sulla parte posteriore ma anche segni e bozze nella zona anteriore destra dell’utilitaria.
Segni che potrebbero essere stati provocati dall’urto con il guard rail all’interno della galleria o dopo l’impatto con il terreno nei pressi della cabina elettrica del Cas. Questa è la prima ipotesi. Non è escluso però che siano stati provocati anche da un altro mezzo che potrebbe aver tamponatola 600 di Provvidenza, causando l’uscita di strada ed il volo nella scarpata dove la ragazza ha trovato la morte. Ed è proprio questa l tesi caldeggiata dalla famiglia Grassi. Un incidente doloso provocato da qualcuno che voleva eliminare la ragazza. Prossimo sopralluogo a Bordonaro nel punto in cui è stato ritrovato il corpo della 27enne. In questo caso il perito dovrà valutare se il luogo del ritrovamento sia compatibile con il volo dal viadotto Bordonaro, nel punto in cui è stata ritrovata la targa della Seicento.
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