Il comune di Lipari è notoriamente prodigo nel mettere a disposizione le proprie automobili elettriche quando si tratta di novene o di altri appuntamenti religiosi che si celebrano nelle chiese del Castello; duole constatare come invece lo sia molto meno, anzi, non lo sia affatto, quando si tratta di eventi culturali che hanno luogo nella stessa sede.
Domenica sera erano tante le persone anziane o con problemi di deambulazione che, irriducibili, arrancavano alla volta della rocca per guadagnarsi un posto sugli spalti del teatro dove - di lì a breve - il critico Sgarbi le avrebbe brillantemente intrattenute, evocando paralleli evolutivi tra direttori e mammiferi domestici.
Evidentemente, il connubio tra arte e pastorizia non è stato ritenuto degno di un paio di ricariche e di qualche ora di straordinario da retribuire agli autisti comunali. Peccato, perché di gente ce n’era veramente tanta, e non poca avrebbe avuto indubbio sollievo nel poter usufruire di un servizio degno di un paese civile e, non dimentichiamocelo, anche laico.
Ma di queste auto non vi era traccia nemmeno agli appuntamenti della rassegna teatrale, né dei saggi di danza, né dei concerti di Eolie in classico; l’ultima volta che si sono viste in giro risale alla ormai lontana novena di maggio.
Forse, con la raccomandazione benevola di qualche parroco locale, le cose andrebbero diversamente?
A giudicare dal tenace presenzialismo che i rappresentanti delle istituzioni locali manifestano in occasioni di pubblica devozione, verrebbe da pensarlo. D’altra parte, questa amministrazione è nata sull’onda di comizi indetti sul sagrato di basiliche minori romane, con tanto di leggio ecumenico messo gentilmente a disposizione dell’oratore. E, come diceva Costantino, in hoc signo vinces.
Pietro Lo Cascio
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