Con l’apertura della seconda invasatura di Tremestieri ed il conseguente trasferimento di tutto il traffico gommato pesante a sud, Bluferries ha trasferito nel nuovo approdo entrambe le proprie navi “attive”, per una ventina di corse giornaliere, rendendo operativa la terza nave al porto storico. Una nave, però, giudicata “improduttiva”: i costi della stessa, per circa 5 milioni di euro l’anno, non sono ammortizzabili col solo traffico pendolare e del gommato leggero (che sceglie il vettore pubblico, rispetto alla Caronte, in una percentuale minima del 10%). Ecco perché sembrerebbe intenzione delle Ferrovie abbandonare definitivamente il porto storico già dal 1. ottobre. Il che significa mettere seriamente in discussione la continuità territoriale. Parallelamente, infatti, va ricordato che il collegamento Metromare tra Messina e Villa San Giovanni (il cui bando in scadenza il 15 settembre non sembra destinato a grande “fortuna”) attualmente è gestito in proroga fino al 31 dicembre proprio da Bluferries, che compensa l’assenza del servizio dopo le 20, nei festivi e nei fine settimana proprio con quell’unica nave del porto storico. In altri termini, dal 1. ottobre rischia di sparire il collegamento nei week-end con Villa. A tutto ciò si aggiunge il nodo occupazionale: una ventina i posti di lavoro a rischio, tra personale marittimo e indotto. In ballo ci sono attività portuali (cinque unità alla Comet), assistenza a terra, bar, biglietterie e pulizie (15 unità della società Nettuno Multiservizi).
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