“La Sanità messinese e il Presidio Ospedaliero del Piemonte è diventato merce di scambio. Ormai non è un problema come assicurare i servizi sanitari ed ospedalieri sul territorio, è diventato un gioco politico a seconda delle convenienze o degli accordi che si celano tra la politica e i manager di turno”. La denuncia, dura, è delle Federazioni del Pubblico Impiego e dei Medici di Cisl e Uil che evidenziano come si “siano create tutti i presupposti per una chiusura totale dell’Ospedale Piemonte”.
La battaglia condotta da Cisl e Uil, nel tempo, ha sempre avuto come obiettivo quello di rendere il Piemonte un punto di emergenza urgenza-attrezzato e in grado di dare risposte all’utenza dell’area metropolitana Messinese, integrato dal polo materno infantile.
L’arrivo del nuovo manager ha sconvolto il percorso, pensando prima di trasferire il polo materno al Piemonte e, oggi, ritornare sui suoi passi. “Non si può pensare di dismetterlo dal Piemonte – sostengono i rappresentanti di Cisl e Uil - dove i parti annui sono circa 1000 rispetto ai 350 del Papardo, gli accessi di pronto soccorso pediatrico circa 5000 e di pronto soccorso ostetrico circa 4000, oltre i 32 mila accessi al Pronto Soccorso Generale. Siamo convinti però che anche Messina Nord necessita di un punto di riferimento ostetrico”.
“La cosa inquietante – aggiungono – è che i pensatori politici della città, forse senza conoscere i dati, propongono di cedere di fatto il Piemonte all’IRCSS per fare un centro di parcheggio per anziani e fasce deboli della popolazione, assorbendosi tutto il personale”.
Secondo i sindacati ci sarebbe un disegno strategico del direttore generale. “È singolare come si affidi ad una commissione di esperti per ‘sapere cosa intenda fare la cittadinanza dell’Ospedale Piemonte’, anticipando di fatto i risultati e le criticità, creando forte allarme sociale, puntando no al miglioramento ma alla dismissione trincerandosi dietro una commissione di 10 saggi scelti solo da lui. E come nello stile del Presidente Crocetta anche il dott. Vullo porterebbe le carte alla Procura anticipando un possibile scandalo su base nazionale”.
Il timore delle organizzazioni sindacali è quello che queste operazioni sottotraccia porteranno alla chiusura del Piemonte. “Con l’accorpamento delle Unità Operative si assisterebbe a una duplicazione e sovrapposizione di ruoli e professioni che inevitabilmente porterebbero alla dichiarazione di esubero di personale di comparto e medico e alla perdita dei posti letto. Infatti il Polo Materno dell’Ospedale Piemonte copre 41 posti dei 121 previsti e, quindi, con lo spostamento al Papardo andrebbe sotto i previsti 120 posti del decreto Balduzzi necessari per mantenere lo status di Ospedale”.
I politici messinesi vogliono questo? il Sindaco Accorinti vuole questo? Si chiedono Cisl e Uil. “Purtroppo i politici messinesi negli ultimi tempi si sono dimenticati di svolgere il proprio ruolo tutelando gli interessi generali e collettivi – affermano - sapendo che hanno l’obbligo morale di entrare in campo per evitare che Messina sia ancora una volta scippata di un altro pezzo di sanità così come è stata scippata del polo di eccellenza oncologico, dell’ospedale Margherita, di altri servizi strategici e importanti della città”.
Cisl e Uil ritengono che bisogna dare la migliore sanità e la migliore assistenza e servizi all’utenza, in maniera equa e ragionata. “Per questo ripartiamo da dove ci eravamo fermata, da un’assemblea cittadina invitando tutti quei politici ed amministratori che a turno a Villa Contino hanno fatto passerella per difendere l’Ospedale Piemonte ed anche in sesta commissione sanità e, oggi, invece dichiarano altre posizioni. Un gioco che sicuramente non serve alla popolazione messinese che sicuramente non può vedere “morire” l’Ospedale datato 1908”.
Cisl e Uil ritengono che adesso debba essere l’Assessore regionale e la Commissione Sanità a prendere posizione, ma il sindaco Accorinti deve dimostrare di essere consapevole del destino dell’Ospedale Piemonte. “O lo considereremo consenziente – concludono - Noi come Sindacato, a tutela del presidio, dell’utenza e della collettività messinese continueremo a fare la nostra parte e fare battaglia”.
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