Oggi l’Ars dovrebbe discutere le mozioni di censura agli assessori alla Formazione Nelli Scilabra e alle Attività produttive Linda Vancheri. Il condizionale è d’obbligo perché, nel frattempo, a Roma, ai margini della direzione nazionale del Pd, Saro Crocetta e Fausto Raciti, che non si rivolgevano la parola da diversi giorni, stanno da ieri sera trattando l’azzeramento della giunta in carica. Il presidente della Regione, che a Roma è anche impegnato, oggi e domani, al Mise, al ministero dello Sviluppo Economico, nella trattativa per la salvaguardia del posto di lavoro dei dipendenti Eni di Gela, avrebbe chiesto 48 ore di tempo per l’attuazione dell’accordo che, oltre all’a zzeramento e al rinnovo della giunta di governo, che dovrebbe avvenire domani, prevede anche l’a z z e r a m e nto e il rinnovo delle cariche istituzionali, ovvero, per essere più precisi, quelle dell’Ars ricoperte da esponenti del Pd. In tale contesto, dovrebbe slittare anche l’e l e z i one del nuovo vice presidente del Parlamento siciliano, in sostituzione del dimissionario Salvo Pogliese di Forza Italia, che ha optato per il Parlamento europeo. La votazione è in programma per questa mattina, ma dovrebbe essere ulteriormente rinviata, non solo per quanto sta accadendo nel Pd, che potrebbe candidare per quella carica l’attuale capogruppo Baldo Gucciardi, ma anche per richiesta dei capigruppo del centrodestra, orientati a differire la votazione a dopo il dibattito sulla mozione di sfiducia al presidente della Regione, che hanno intenzione di depositare in giornata. Non solo. Ieri icoordinatori regionali e i capigruppo all’Ars di Fi (Marco Falcone), Ncd (Nino D’Asero), Mpa (Roberto Di Mauro), Pid-Cantiere popolare (Totò Cordaro) e Lista Musumeci (Santi Formica), riuniti ad Enna per valutare «la grave situazione sociale, occupazionale ed economica in cui versa la Sicilia a causa dell’inadeguatezza del presidente Crocetta e del suo governo», hanno stabilito all’unanimità che la mozione di censura all’assessore Scilabra sia votata a scrutinio palese e nominale, «in maniera che, sin da questo primo passaggio parlamentare, ciascun deputato assuma, davanti ai siciliani, le proprie responsabilità». La nota, oltre che dai citati capigruppo, è sottoscritta anche da Vincenzo Gibiino, Francesco Cascio, Saverio Romano, Antonio Scavone, Nello Musumeci e Gino Ioppolo. Trattandosi di censura alla persona il regolamento parlamentare prevede il voto segreto, ma al Senato, dove è in vigore lo stesso regolamento, è stato consentito che nel caso di Silvio Berlusconi si votasse a scrutinio palese, per cui la deroga potrebbe essere consentita dalla conferenza dei capigruppo, sempre che le citate mozioni non decadano per l’intervenuto azzeramento della giunta di governo. Oggi, dopo la conferenza dei capigruppo, se ne saprà di più.
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