I quattro, che come hanno affermato alcuni tra i profughi alle forze dell’ordine, erano due biondi e due scuri, si sarebbero cambiati prima di abbandonare il mezzo sulla spiaggia.
Indagini sono in corso sia per capire come e per dove hanno proseguito, sia per aggiungere ulteriori tasselli per fare luce sul secondo sbarco di migranti nelle Isole Eolie.
L’essere entrati in possesso del caicco, presumibilmente lo stesso utilizzato per il primo sbarco dei 49 migranti, ha permesso agli inquirenti, in particolare agli uomini delle Fiamme Gialle, di acquisire tutta una serie di informazioni sulle quali, ovviamente, vige il massimo riserbo.
Gli investigatori, che già nelle immediatezze dello sbarco hanno appreso dai migranti che il caicco doveva sbarcarli a Vulcano, presumibilmente in una zona isolata, e che solo su “pressione” di alcuni di essi li hanno portati sino a Lipari – Fontanelle, stanno anche indagando per verificare se ci sono dei basisti nell’arcipelago, in particolare nella maggiore isola delle Eolie.
Un dubbio, alimentato proprio dal fatto, che un gruppo di profughi, presumibilmente quello che si è poi “incamminato” verso il centro di Lipari, tentando di partire con i mezzi di linea, abbia pressato proprio per essere lasciato a Fontanelle.
Confermate, infine, la partenza del caicco da Istanbul e la navigazione durata ben sei giorni. Un “viaggio” costato ad ogni migrante – come dagli stessi affermato – ben 6.000 dollari.
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