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mercoledì 18 ottobre 2017

Laureata liparese discriminata perchè incinta. Condannato il Comune di Santa Marina Salina

(Gazzetta del sud) Giovane donna discriminata perché in gravidanza era stata ingiustamente dichiarata decaduta dall’impiego, a tempo determinato, di istruttore di vigilanza della polizia municipale di Santa Marina Salina. 
Il giudice del lavoro di Barcellona, Valeria Totaro, ha adesso condannato il Comune di Santa Marina Salina al pagamento delle retribuzioni maturare e non godute da una giovane donna di Lipari che nel maggio del 2011, dopo aver superato una selezione pubblica per soli titoli, è stata dichiarata, prima ancora del compimento del periodo di prova, decaduta dall’impiego grazie al ricorso all’espediente di una “prova” estemporanea che non era stata prevista nel bando e nemmeno nel corso di formazione. La giovane donna, Francesca Basile, peraltro laureata, difesa dall’avv. Vincenzo La Cava, aveva fatto pervenire al Comune, prima della conclusione del corso di formazione, un certificato medico per giustificare un breve ricovero per dolori intestinali. Dal certificato il Comune ha infatti scoperto che la giovane che poche settimane prima aveva superato la selezione pubblica per soli titoli era in gravidanza da 14 settimane. Da quel momento nei confronti della donna sono stati esercitati numerosi tentativi per convincerla a dimettersi. Al rifiuto della stessa che aveva invece manifestato l’intenzione di ultimare il corso di preparazione, il Comune si è difatti inventato una prova pratica, peraltro non prevista nel bando, e con argomenti che non erano nemmeno ricompresi nel programma del corso di formazione. All’esito della prova la stessa candidata che aveva superato la selezione per titoli è stata dichiarata non idonea e per questo costretta alla decadenza dall’impiego a tempo determinato. 
Il giudice ha infatti stabilito che «sulla scorta del materiale probatorio acquisito e soprattutto alla luce della tempistica degli eventi e del comportamento dell’ente, risulta assai verosimile la tesi sostenuta dalla difesa della ricorrente, secondo cui la decadenza sarebbe stata dichiarata in realtà per un motivo discriminatorio, ossia a causa dello stato di gravidanza della lavoratrice e degli inevitabili disagi che esso avrebbe causato ad un settore (quello della polizia municipale, ndr) già in sofferenza». 
La ricorrente ha inoltre asserito, e non vi è stata da parte dle Comune specifica contestazione, che gli argomenti dell’esame non erano stati affrontati durante il corso. 
Così il Comune è stato condannato a pagare le retribuzioni maturate dal 7 luglio al 20 novembre 2011, oltre agli interessi legali. Il Comune, difeso dall’avv. Fulvio Cintioli, è stato condannato a pagare le spese per il consulente tecnico e per due terzi quelle di giudizio. (l.o.)

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