Guardo il mio paese; e ne percepisco la difficoltà e il declino. Nei modi, nei discorsi delle persone, nei rapporti logorati. Nella confusione tra legittimi e illegittimi interessi e nella pretesa di difendere questi ultimi a danno dei primi.
Il clima è talmente pesante e avvelenato che il pubblico dibattito è morto, non esiste più un sentire comune, un interesse collettivo, non si pensa a soluzioni nell’interesse generale ma ci si preoccupa solo di “occupare” posti e spazi e di conservare posizioni di vantaggio e ruoli pubblici al di là dei meriti.
Arretriamo inesorabilmente. Perdiamo servizi essenziali e non investiamo in strutture e infrastrutture; ci pregiudichiamo il futuro.
Siamo arrivati, a forza di “favori”, a tollerare una diffusa illegalità dall’effetto “normalizzante”, perché riduce la libertà di critica, è un implicito ricatto che tiene buono chi sa di non essere in regola e potrebbe subire ritorsioni: uno scempio dell’ordine sul territorio e dell’armonia della comunità.
Fermiamoci e cambiamo.
Altrimenti, distruggeremo lo straordinario territorio che abitiamo e ciò che resta del nostro spirito di (sana) comunità. (Luca Chiofalo)
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