Come già scritto e documentato ieri sera, il fatto più rilevante della sciroccata che ha interessato le Eolie si è verificato nella
tarda serata quando l’aliscafo, partito da Milazzo alle 19 e 15, dopo
aver fatto scalo, tra non poche difficoltà, a Vulcano, non è riuscito ad
approdare a Lipari.
Il vento ed il mare in tempesta, anche in ambito portuale,
hanno vanificato i tentativi di approdare posti in essere dal comandante del
mezzo veloce.
I trentacinque passeggeri, tra i quali due in
non perfette condizioni di salute, che dovevano sbarcare a Lipari, sono stati
riportati a Milazzo tra non poche proteste. Sin qui la cronaca...il punto di quanto accaduto
Piaccia o non piaccia questo direttore è abituato a dire la propria ed anche in questo caso non si tira indietro
Tra ieri sera e stamane ne abbiamo sentito tante, ivi comprese le rimostranze per il fatto che l'aliscafo è partito da Milazzo, pur sapendo delle difficoltà ad operare a Lipari. Nulla di nuovo sotto il sole, sempre rimostranze sarebbero state se si decideva di non partire
A nostro modesto avviso, al di là della giusta rabbia del momento,
comprensibile da parte di chi giunge a due passi da casa e non riesce a farvi
ritorno, non è certo il comandante dell’aliscafo a doversi rimproverare
qualcosa...tutt'altro.
Piuttosto bisognerebbe chiedersi come mai, nel 2018, nella principale
isola delle Eolie non vi sia una portualità efficiente e come lo scalo
alternativo del porto rifugio di Pignataro, che sabato sera sarebbe tornato
utile per evitare il calvario dei 35 passeggeri, non venga
adeguato, una volta per tutte, per fare fronte a situazioni similari.
Quella
struttura, infatti, è in parte inagibile e solo una parte di esso viene
utilizzato da un aliscafo per la sosta notturna e non per l’imbarco e sbarco di
passeggeri.
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