(di Lidia Ravera) Sono qui, sono sull’isola, sono tornata. Il senso del ritorno è dolce, la gioia della ripetizione di un rituale: sveglia alle cinque del mattino, mentre la nave Laurana, lenta come un pachiderma del mare, supera Strombolicchio e si dirige verso l’abbraccio delle piccole case bianche, del pontile, delle spiagge di sassi e sabbia nera, tonde. Saluto Enrico, che ho visto bambino e adesso è padre e guida la macchinetta elettrica che mi porta a casa. Mi racconta della lunga notte passata e lavorare di pala e di pompa, la terra mossa ad arginatre lingue di fuoco sempre più alte. Tutti insieme, donne e uomini, vecchi, ragazzini. Una comunità che si delinea nel pericolo. Forte, coesa. La mia casa, poggiata sugli scogli come una grossa conchiglia rugosa, con le finestre piccolissime dettate dalla sapienza dei pescatori che l’hanno abitata per secoli, è intatta, la protegge il mare, che di acqua ne riversa un abbondanza, nel respiro regolare delle onde. Subito dietro , la quinta verde, il fianco fertile del monte è nero e secco come per un inverno improvviso, piombato come una punizione su chi fa mercato della bellezza, e non sta al posto suo, non rispetta. Sparite le canne, i fiori. I piccoli animali .Chissà che fine hanno fatto le caprette che scendevano selvatiche fino alla spiagga lunga, belando sui sassi scivolosi. C’è una tensione nell’aria, un senso di day after, un dopo l’uragano, un hang over, quasi, come se la forza il coraggio e l’armonia con cui gli strombolani hanno salvato case e cose, fosse una sbronza selvaggia e la stanchezza inclinasse, ormai, alla nausea, alla depressione
Ci si chiede: chi pagherà per tutto questo? E non è la domanda gridata di chi vuole i colpevoli inchiodati a punizioni esemplari, è la domanda malinconica di chi sa come vanno queste cose:un po’ di strepito, qualche giorno di indignazione e poi si gira pagina, si parla d’altro.
Invece no: Stromboli ha bisogno di cure. Di attenzione. E di soldi. Parte della vegetazione morta va ripiantata. Vanno create barriere. Bonificati sentieri. Messe in sicurezza aree verdi. Stromboli è Patrimonio dell’umanità. Cioè nostro.
Facciamo in modo che non sia dimenticata di nuovo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.