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sabato 20 settembre 2008

Morte di una turista ad Alicudi: Rinviati a giudizio Mariano Bruno e Biagio De Vita

(nella foto d'archivio: Il sindaco Mariano Bruno alla consegna della "Bandiera nera" di Legambiente)
(gazzetta del sud) Il Gip del tribunale di Barcellona, Marisa Salvo, su richiesta del sostituto procuratore Domenico Musto, ha disposto il rinvio a giudizio del sindaco di Lipari, Mariano Bruno e del dirigente comunale del settore tutela del territorio Biagio De Vita, con l'ipotesi di omicidio colposo in concorso per la morte di una turista palermitana di 29 anni, Alessandra Vitrano, precipitata la sera del 24 agosto del 2005 in un burrone a causa della mancanza di barriere protettive lungo la scalinata che collega il porto della più piccola delle Eolie. Alicudi, alle abitazioni dell'isola. Il sindaco Bruno e il dirigente comunale De Vita, che saranno processati il prossimo 10 febbraio dinanzi al Giudice monocratico di Lipari, sono accusati, nelle rispettive qualità, di "imprudenza, imperizia e negligenza" per avere cagionato la morte di Alessandra Vitrano di Palermo, 29 anni appena compiuti, in vacanza nell'isoletta.
A sindaco e dirigente si contesta «di aver omesso di dotare di pubblica illuminazione e di idonei parapetti e protezioni laterali» la scalinata - l'unica strada esistente ad Alicudi - che in località Vallone collega il porto dell'isola alle sovrastanti abitazioni.
La vittima, una giovane donna di Palermo in vacanza sull'isola coi familiari, la sera della disgrazia percorrendo la scalinata - scrive il magistrato -, "proprio a causa della mancanza di illuminazione inciampava nei gradini e perdendo l'equilibrio, non essendoci protezioni laterali, precipitava nel sottostante burrone e a causa delle ferite riportate, nonostante il trasporto in eliambulanza all'ospedale civico di Palermo, moriva poche ore dopo per la grevi ferite riportate nella caduta dalla scalinata".
Per il magistrato inquirente, il sostituto procuratore Francesco Massara, «la presenza della dovuta illuminazione, dei parapetti e delle protezioni laterali avrebbe evitato l'evento". Nella ricostruzione della vicenda gli inquirenti hanno rilevato che la scalinata, larga 2 metri e 50, in assenza di illuminazione e barriere protettive, presenta insidie. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l'avv. Riccardo Costa del Foro di Palermo. Bruno è difeso dall'avv. Fabrizio Formica; De Vita dall'avv. Saro Venuto.