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mercoledì 7 ottobre 2009

LIPARI: LEGALITA’ E SVILUPPO di Aldo Natoli

(Aldo Natoli)Sono molte le segnalazioni che giungono dai cittadini ai vari Notiziari che evidenziano lo stato di abbandono in cui versano le nostre isole ed il crescente degrado culturale e sociale.
Oggi il Paese vive senza regole e quelle poche che esistono non vengono rispettate, o peggio ancora, non vengono fatte rispettare. E’ vietata la collocazione di infissi in alluminio, ed ecco che il nostro centro storico si sta riempiendo di questo tipo di strutture. I portatori di handicap hanno diritto ad avere un passaggio riservato sui marciapiedi, e subito si collocano i lampioni che ne impediscono il passaggio, e così via. Naturalmente queste sono piccolezze dinanzi a situazioni molto più vistose che si riscontrano nella gestione del Suolo Pubblico, dell’Urbanistica, dei LL.PP. e dei servizi vari.
Oggi siamo giunti al punto che se ad un cittadino viene negato il rilascio legittimo di un documento, e questi ricorre a quanti si presume abbiano il dovere di dare “certezza di diritto” e garantire la legalità nell’Ente, s’imbatte in tanti “Ponzio Pilato”. S’impone una riflessione generale, dalle Istituzioni ai cittadini, perché tutti ci siamo abituati a “tirare la coperta”. A mio parere bisogna ridisegnare un nuovo modello di vita sociale, culturale e di sviluppo economico. Bisogna dettare delle regole ben precise che tutti dobbiamo rispettare. L’identikit di un Amministratore non deve essere dato dall’orticello di voti che gestisce lui o chi lo rappresenta, ma bensì dalle sue competenze specifiche nel settore che gli viene assegnato. L’improvvisazione non ripaga e non giova a nessuno. Bisogna premiare la meritocrazia e la professionalità. Oggi possiamo contare su dei giovani meravigliosi preparati ed istruiti che hanno bisogno soltanto di acquisire delle esperienze. Dobbiamo essere in grado di valutarli, di affiancarli, per preparare la futura classe politica. I posti di lavoro debbono essere occupati dai più meritevoli. Bisogna smetterla di far entrare dalla porta chi esce dalla finestra, con incarichi particolari o con l’assunzione di figli e nipoti. Poi, poca importa se negli uffici turistici si collocano persone che non conoscono lingue straniere. E’ impensabile che alle soglie del 2010 si debbano dare delle informazioni turistiche con il “linguaggio dei segni”. Nel nostro Comune da anni, tra bandi e controbandi, ruotano sempre le stesse persone. Viene spontaneo damandarsi se gli altri giovani sono tutti deficienti. E’ quindi l’ora di svegliarsi.
Ricordo che il Cardinale Pappalardo in una delle tante omelie contro la mafia ebbe a dire: Palermo alzati! Ben lungi da me considerarmi un personaggio di tanta autorevolezza. Ma come vecchio amministratore del nostro Comune mi permetto appropriarmi di questo monito, e dico: Lipari alzati! Le insidie, che il dottore Michele Giacomantonio ha evidenziato la sera dell’otto agosto al Centro Studi nel suo intervento, che mi permetto giudicare coraggioso, se già non albergano nei meandri del Palazzo sono sicuramente dietro l’angolo. Tocca a noi, Istituzioni e cittadini, vigilare affinché ciò non avvenga prendendo delle decisioni non a parole ma con fatti concreti, sul quello che deve essere il nostro futuro e quello dei nostri giovani, tenendo ben presente che la politica del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto non è più percorribile, e che con i tempi che corrono risalire dal fondo, in cui stiamo precipitando, sarà sempre più difficile.