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martedì 6 ottobre 2009

Il sindaco di Lipari, la polemica sui fondi e l'emergenza Acquacalda (dalla Gazzetta del Sud di oggi)

Lipari Dopo le polemiche sui fondi
Il sindaco Mariano Bruno «Le Eolie hanno bisogno di sicurezza e protezione»
Salvatore Sarpi
Lipari
«Abbinare il dramma di centinaia di famiglie messinesi ai fondi destinati alle Eolie per indispensabili interventi di natura ambientale significa voler semplicemente gettare discredito su queste isole, indicandole al mondo quali "responsabili" dei luttuosi eventi verificatisi in quei luoghi». È furioso il sindaco di Lipari Mariano Bruno non appena viene portato a conoscenza che, anche ad opera di deputati regionali, si sta montando un caso sui fondi destinati dallo Stato alle Eolie, nell'ambito di interventi che riguardano il rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale, che sarebbero stati "sottratti" ai comuni messinesi. Interventi che riguardano la protezione, il ripascimento e il risanamento ambientale della baia di Levante nell'isola di Vulcano; la protezione e sistemazione dell'area costiera e del water-front in località San Pietro nell'isola di Panarea; i lavori urgenti di sistemazione e riqualificazione ambientale della costa in località Acquacalda a protezione dell'abitato e della strada litoranea; i lavori urgenti di ricostruzione della spiaggia a protezione dell'abitato in zona Sopra Lena dell'isola di Stromboli; i lavori urgenti di consolidamento del versante in località Acquacalda a salvaguardia del centro abitato e della viabilità esistente. «Gli interventi finanziati – continua Bruno – mirano a salvaguarduare territorio e popolazione in isole che, forse si dimentica, sono a forte rischio idrogeologico e vulcanico e che debbono solo ringraziare la sorte se lo tsunami, causato dallo Stromboli, si è verificato il 30 dicembre e non in piena estate».
Il sindaco Bruno, chiedendo a tutti di andare a vedere le carte e le relazioni che giustificano tali interventi, pone con forza l'accento sulla drammatica situazione dell'area di Porticello-Acquacalda dove la mancata messa in sicurezza delle cave e il continuo slittamento verso i centri abitati del materiale pomicifero è «una vera e propria bomba che incombe sui cittadini di quelle frazioni». «Eppure – afferma Bruno – nonostante le relazioni, gli allarmi lanciati a più riprese, nessuno sinora si è preoccupato di intervenire concretamente. Si sappia chiaramente, al di là di ogni strumentalizzazione, che Acquacalda e Porticello rischiano oggi volta che piove di essere seppellite sotto una valanga di acqua e pomice. E questa è solo la punta di un iceberg di un dissesto che, giorno dopo giorno, interessa sempre più altre aree delle isole. Ultima, in ordine di tempo, la grossa frana verificatasi ieri a Filicudi».