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domenica 4 ottobre 2009

Lettere al direttore. "A Lipari siamo in attesa di una tragedia?" di Laura La Greca

Riceviamo questa nota da Laura La Greca e pubblichiamo. Le foto sono di Silvia e si riferiscono a cosa è accaduto a Porticello e ad Acquacalda oggi intorno alle dieci: Lungi dal voler strumentalizzare quanto sta succedendo in queste ore a Messina, la domanda che mi pongo è una, forse retorica, ma di certo legittima: è questo che stiamo aspettando a Lipari? Siamo forse in attesa di una tragedia e magari di qualche vittima che scuota le coscienze dei cittadini e di un’amministrazione che non temo di definire inetta? Perché se così fosse il mio buon senso mi suggerisce che non bisognerà aspettare a lungo. E quando qualcosa di grave capiterà, tutti parleremo di tragedia annunciata; tutti sapevamo. E non ci saranno più scuse. Inizieremo a pontificare su quello che si sarebbe dovuto fare e non è stato fatto, ricorderemo quello che ci era stato promesso in campagna elettorale, daremo la responsabilità a qualcuno che a sua volta sarà abilissimo a scaricarla su qualcun’ altro, seguendo un meccanismo che conosciamo fin troppo bene e che ci ha stufati.
Oggi a Porticello abbiamo visto l’ennesima vergogna, causata da una pioggia un po’ più forte del normale, ma pur sempre una pioggia, che non è certo una cosa atipica in autunno. A chi dobbiamo dare la colpa? Qualcuno ci spieghi.
Qualcuno spieghi perché le cave non sono state messe in sicurezza; perché Acquacalda aspetta ancora la protezione dell’abitato e la rimozione del pontile ex Italpomice adesso che l’inverno è alle porte. Qualcuno dica onestamente cosa intende fare e soprattutto con quali risorse.
Mi rivolgo agli amministratori: a chi, a qualunque titolo, ci rappresenta e dovrebbe tutelare i nostri interessi. Mi rivolgo a loro perché li scegliamo in modo che siano la nostra interfaccia e devono essere all’altezza del loro compito, che non è promettere, ma agire.
In autunno piove, spesso anche molto; in inverno il mare capita che si ingrossi: non sono novità, non è roba da geologi di chissà quale caratura; basta un po’ di esperienza e una certa dose di buon senso. È vero che il nostro territorio e il nostro stesso pianeta spesso lo deturpiamo noi con la nostra incuria e con un certo senso di onnipotenza che può essere causa di sciagure; ma è vero d’altra parte che chi ha il potere di fare qualcosa deve farlo.
Su la Repubblicadi ieri ho letto una cosa molto grave: per l’assetto idrogeologico gli stanziamenti nel 2008 erano 510 milioni, nel 2009, 269 e nel 2010 saranno 120. 120 milioni di euro da ripartire su tutto il territorio nazionale. Una cifra ridicola.
E allora non promettete nulla. Non siamo stupidi, apprezzeremo di più. Mettete le carte in tavola, e dite: “spiacenti, non possiamo fare molto per voi; un sistema che ci sovrasta ci lega le mani e ci impedisce di fare bene il nostro lavoro”. Protestate voi per primi; dimostrate tutta la vostra indignazione; gridate la vostra rabbia, se l’avete. E avrete già reso un servizio alla vostra gente.