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venerdì 12 febbraio 2010

Reati urbanistici, auspicati maggiori controlli. L'avvocato Ziino scrive alla Procura sull'individuazione delle varie responsabilità

(Salvatore Sarpi- Gazzetta del sud) Illeciti edilizi nel comune di Lipari. L'avvocato Alfio Ziino in una lettera al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona e al sindaco di Lipari interviene sull'impunità dei direttori dei lavori e degli esecutori materiali delle opere abusive. «In circa quaranta anni di esercizio dell'attività professionale – ha scritto – ho assistito alla celebrazione di almeno un migliaio di processi per illeciti edilizi commessi nel Comune di Lipari e, tranne rarissime eccezioni, ho verificato essere imputate soltanto le ditte proprietarie degli immobili interessati e mai i rispettivi direttori dei lavori ed esecutori delle opere che pure la legge ritiene parimenti responsabili. Tanto discende dalla carenza degli accertamenti svolti dagli operatori municipali preposti al settore i quali mai, o quasi, hanno riferito in ordine ai correi osservando sul punto il più rigoroso silenzio. Ciò – scrive l'avvocato Ziino – è illegale. Riferendo che l'opera è illegittima non poteva palesemente essere stata materialmente realizzata dalla casalinga proprietaria del cespite, il solaio in cemento armato diretto nella sua posa dalla casalinga medesima, il Pm avrebbe di certo disposto un supplemento d'indagine volto alla individuazione dei correi (anche se, in verità, appare difficile ritenere che alle considerazioni sopra svolte il Pm non possa approdare da solo). La conseguenza di tal modo di procedere è paradossale. La ditta proprietaria, responsabile dell'illecito, subisce, giustamente la dovuta punizione. I correi, direttore dei lavori ed esecutori delle opere, sull'illecito per il quale dovrebbero essere parimenti puniti, lucrano impunemente». Ziino ha anche evidenziato come l'art. 331 del Codice procedura penale dispone che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile d'ufficio, devono farne denunzia per iscritto, «anche quando non sia individuata la persona alla quale reato è attribuito».