COMUNICATO STAMPA
La rifunzionalizzazione del sistema portuale della rada di Lipari rischia di avere un impatto ambientale enorme in una zona già dichiarata patrimonio dell’Unesco e comporta una serie di criticità sproporzionate che finiscono per espropriare, per le modalità di attuazione scelte, gli eoliani del proprio territorio e delle opportunità di crescita che il diportismo rappresenta per tutto l’arcipelago. Criticità che il presidente Udc al Senato e coordinatore in Sicilia Gianpiero D’Alia denuncia in un’interrogazione indirizzata al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo e dei Beni culturali, Sandro Bondi e in relazioni alle quali, considera D’Alia, sarebbe forse opportuno fermare la realizzazione dell’opera.
“In particolare – spiega D’Alia – preoccupano i riflessi negativi di una speculazione immobiliare, che prevede la costruzione di numerosi e sovradimensionati immobili in aree demaniali; non esiste poi un accordo di programma sottoposto al parere preventivo del Consiglio Comunale, che è organo delegato alla programmazione urbanistica”.
Secondo il senatore dello scudo crociato, “appare inaccettabile la scelta di affidare ad una società a stragrande maggioranza privata la gestione di aree demaniali adibite a servizi pubblici, così pure la paventata possibilità di affidare alla stessa società solo le aree corrispondenti ai soli porti turistici. Sembra, infatti, un modo per eludere le più elementari norme di libera concorrenza; mancano anche adeguate garanzie, sostituite da fumose dichiarazioni di intento da parte dell’amministrazione comunale in carica, per le categorie che già operano nelle stesse aree interessate (pescatori o operatori titolari di regolari concessioni demaniali per la gestione di pontili per l’attracco dei natanti)”.
“La concessione, inoltre, avrebbe una durata di cinquant’anni, con tutti i relativi flussi di traffico, e questo appare, continua D’Alia, una vera e propria svendita di un territorio, a fronte di esose tasse di accesso allo stesso sotto forma di imposte di ormeggio, che il gestore può applicare”.
Infine, lo scorso 3 dicembre, il dirigente generale del Dipartimento regionale dell’ambiente dell’assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia ha invitato il Comune di Lipari a non procedere alla concessione delle aree e degli specchi acquei interessati dal progetto preliminare, in quanto, in assenza di un Accordo di Programma, non sussisterebbero i presupposti per assumere l’intervento nel suo complesso all’interno della programmazione regionale e, inoltre, sempre secondo il Dipartimento regionale dell’Ambiente, un’eventuale affidamento a terzi, e non al Comune proponente, della gestione della aree demaniali corrispondenti ai soli porti turistici, appare di difficile inquadramento sotto il profilo della legittimità, perché può alterare la par condicio, in quanto, secondo le procedure derogatorie di cui alla legge regionale n. 3 del 2009, non potrebbero astrattamente avere come beneficiari soggetti terzi diversi dall’ente locale.
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