Riceviamo dal consigliere Pietro Lo Cascio e pubblichiamo:
La seduta straordinaria del consiglio comunale dello scorso 27 gennaio è stata teatro di un interessante caso di “interpretazione creativa” del regolamento, partorito per tamponare maldestramente l’esito del voto contrario che ha respinto l’ormai celebre proposta del programma costruttivo di 140 alloggi “agevolati-convenzionati” in cambio della possibilità di edificare in verde agricolo, saturando per i prossimi anni l’intera volumetria prevista per l’edilizia economica e popolare, dell’esenzione dagli oneri concessori e, infine, di due caserme.
Come è noto, per la sua approvazione sarebbero infatti stati necessari 14 voti favorevoli, numero la cui esistenza, come è stato definitivamente chiarito nella seduta, è indisponibile, tranne che – forse – nella fervida immaginazione di qualche esponente della maggioranza e dell’amministrazione. Così, in mancanza di questi 14 voti, appare evidente che la proposta si intenda respinta. Tuttavia, il presidente del consiglio – dopo avere tentato di boicottare la votazione prima del suo svolgimento – ha sostenuto che il voto sarebbe nullo perché mancava il quorum necessario, ovvero 14 presenti. Ma se all’inizio della seduta l’aula era gremita di consiglieri, cosa è successo nel frattempo? Semplice: mentre si profilava chiaramente l’assenza del numero di voti necessario all’approvazione, alcuni colleghi di maggioranza hanno pensato bene di dileguarsi prima della votazione, avvenuta alla presenza di soli 12 consiglieri (8 dei quali seduti ai banchi dell’opposizione). In assenza della “maggioranza qualificata” prevista dalla legge per questo genere di argomenti, il presidente coniava il neologismo amministrativo della “minoranza non qualificata”, che ne rappresenterebbe il naturale antonimo.
Certo, il tentativo del presidente Longo si potrebbe assimilare a una forma di accanimento, tanto pernicioso da voler sminuire un atto di un consiglio comunale liberamente espresso con un voto palesemente contrario. Ma è tutt’altro che solitario, come rivela il comunicato diffuso oggi dall’amministrazione, che si richiama ai motivi di sicurezza per riproporre l’inderogabile necessità delle due caserme di Lipari e Panarea (c’è da chiedersi perché si dimentichi di Filicudi, allora, dove i militari sono ospitati in una situazione alquanto precaria, od Alicudi, dove non ce ne sono affatto). È molto facile addurre tali motivazioni, oggi, tralasciando di chiarire il costo reale ed effettivo dell’intera operazione per la comunità, o di ammettere la propria incapacità di ottenere dalla Commissione per la sicurezza – dove il sindaco siede da tempo – misure concrete, come l’immediata revoca dei soggiorni obbligati assegnati al nostro territorio comunale. Respingere la proposta di un programma costruttivo da 140 alloggi così come prospettato non significa non volere un miglioramento o un potenziamento della qualità nella logistica delle forze dell’ordine, ma semplicemente che non è questa la strada che il consiglio intende percorrere.
In ogni caso, l’introduzione del concetto di “minoranza non qualificata” sembra davvero uno stratagemma dell’ultimora, escogitato per uscire da una sconfitta imbarazzante – ricordo che l’argomento ha dominato le sedute del consiglio e delle commissioni consiliari per almeno un anno – simulando finta indifferenza. Piuttosto, parlerei di “maggioranza squalificante”, quella che finalmente si congeda dalla cittadinanza dopo cinque anni di sostegno a un’amministrazione inconsistente, defilandosi silenziosamente dall’aula consiliare invece di affrontare con serenità e coerenza una questione importante per il futuro del nostro paese.
Cordialmente
Pietro Lo Cascio, consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.