Gazzetta del Sud
Giovanni Petrungaro
MILAZZO
La nave "Laurana" della Siremar costretta a rimanere in rada per tutta la notte di fronte la marina Garibaldi; un altro natante proveniente da Lipari rientrato con due ore d'anticipo per le cattive condizioni meteo, costretto a fermarsi all'imboccatura del porto pare per motivi di sicurezza, per qualche ora in attesa di istruzioni. Al porto di Milazzo esplode il "caso ormeggi", con gli armatori delle società di navigazione che svolgono attività commerciale e di trasporto passeggeri verso le Eolie che chiedono il rispetto delle regole e soprattutto maggiori controlli da parte della stessa Autorità marittima sui mezzi attraccati nelle varie banchine. alcuni dei quali come la Green Salina ed altri sarebbero - come confermato dalla stessa Autorità portuale, in disarmo.
Una situazione che ha fatto insorgere anche i sindacati che hanno preannunciato dure prese di posizione e indotto la Capitaneria di porto di Milazzo a convocare una riunione urgente, tenutasi proprio ieri mattina, con i rappresentanti di Ngi, Navisal, Taranto Navigazione, Sultan Yacht srl, M/Y S. Salvatore, Corporazione piloti ed Autorità portuale, "al fine di affrontare taluni aspetti riguardanti la disciplina della sosta in porto".
L'ennesimo tentativo di evitare il ripetersi di tensioni fra chi ritiene di avere diritto all'approdo indipendentemente dal ruolo svolto, e fra coloro che invece sostengono di espletare un servizio pubblico. Forse l'ultimo visto che il comandante Fabrizio Coke in più di una occasione ha lasciato intendere di non accettare deroghe di alcuna natura che possano mettere a rischio la sicurezza delle operazioni all'interno del bacino mamertino. Una situazione che peraltro è esplosa nell'ultimo decennio anche perché a Milazzo le banchine non sono date in concessione. Ma il Codice della Navigazione – fanno rilevare i sindacati – prevede che qualsiasi banchina non in concessione debba essere lasciata libera ai natanti che effettuano operazioni commerciali. Solo se rimane spazio – e sappiamo quali sono le condizioni degli approdi nello scalo – potrebbe esserci possibilità di attracco anche per altri mezzi". Ma quale è la situazione attuale dei posti d'ormeggio? La "fotografia" emerge dal report quotidiano congiunto di Capitaneria di porto e Autorità portuale.
Ecco ad esempio la giornata di ieri: BANCHINA EOLIE: Pietro Novelli e Filippo Lippi della Siremar (lato nord) e Bridge (Ngi).
EX SCIVOLO NGI: Eolian Princess, Eolian Queen ed Eolian Star, tutte della società Taranto Navigazione, Eolo d'Oro della Navisal e Tersane IV.
Tali unità – scrive la Capitaneria devono assicurare le operazioni di carico dei mezzi di linea che operano alla banchina Eolie e alla banchina Aliscafi.
BANCHINA ALISCAFI: Antioco e Atanis della Siremar (alla Radice) e Mirella o Alijambo della Ustica Lines (Testata). BANCHINA XX LUGLIO: Eschilo (Siremar), Diego Moraci e Adriana (Ustica Lines) all'estremo nord, motonave Celtic Freedom (zona centrale), moto nave Green (nave rifiuti Eolie) all'estremo Sud.
MOLO MARULLO: a Nord e al Centro gruppo Barcaioli e Mare Pulito, a Sud, corporazione Piloti, ormeggiatori e altre motovedette.
BANCHINA EX 3° LOTTO: Motovedette di Guardia Costiera, carabinieri, vigili del fuoco e avvisatore marittimo.
MOLO FORANEO: Baba-t e rimorchiatori.
RADA: Laurana Siremar e 5 petroliere e gassiere al servizio dei pontili della Raffineria dove risultano sempre alla data di ieri attraccate altre quattro petrolifere per operazioni di carico e scarico.
A ben vedere dunque c'è il problema di tanti natanti a fronte di poche banchine. Con un dato che dovrebbe far riflettere: la presenza della Baba T e di altre navi sotto sequestro al molo Marullo che invece dovrebbe essere - secondo le previsioni del Prg del porto (chissà quando si farà) - destinato alle imbarcazioni per il crocierismo lasciando così tutte le banchine ai mezzi di linea.
«Questi problemi sono stati da sempre evidenziati con note scritte rimaste però senza riscontro – afferma Massimo Cusumano segretario della Uil Trasporti territoriale. Sono anni infatti che evidenziamo la necessità che bisogna dare al porto di Milazzo un ruolo più confacente alle nuove esigenze della portualità che sono diverse rispetto al passato. Programmando anche una serie di interventi che privilegino le caratteristiche dello scalo. Attualmente sono sotto gli occhi di tutti le condizioni in cui versa il porto, destinato ad area di deposito. Il bacino a nostra disposizione risulta insufficiente e inadeguato al normale espletamento di tutti i servizi marittimi: dal turismo alle linee commerciali, passando per il traffico delle navi da carico. La profondità dei fondali non permette lo sviluppo del comparto crocieristico, senza considerare la farraginosità burocratica che ritarda gli iter per il dragaggio dei fondali stessi ma anche l'ammodernamento e l'adeguamento delle banchine. Appare pertanto improcrastinabile – conclude il segretario della Uiltrasporti – il bisogno di programmare, attraverso gli strumenti regolatori del porto e della città, una infrastruttura dotata di una vera e propria darsena, elemento imprescindibile per la gestione del diportismo e dei collegamenti con le Eolie».
Considerazioni condivise anche dal presidente della compagnia portuale, Stefano Mellina che ribadisce come sia indispensabili definire il piano regolatore del porto, unico strumento in grado di organizzare le banchine e consentire di superare quelle condizioni di estrema difficoltà e di grave, palese disagio in cui gli operatori sono costretti a movimentare la merce sulle banchine, per i limitati spazi di cui per adesso si dispone».
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