Gazzetta del Sud
Un altro "ribaltone". Torneranno in servizio i sette pompieri licenziati a dicembre scorso dopo un errore nella procedura concorsuale indetta nel 2006 per ricoprire 11 posti di vigili del fuoco.
E il loro reintegro, avvenuto dopo la decisione del Tar di Catania, ha il sapore di un eclatante caso giudiziario. Sergio Impellizzeri, 31 anni; Ivan Castelli, 28 anni; Ivan Parasiliti, 28 anni; Francesco Bottari, 40 anni; Daniele De Vardo, 34 anni; Michelangelo Bellamacchia, 38 anni; Francesco Cuciti, 31 anni, difesi dagli avvocati Aldo Tigano e Corrado Martelli, hanno sostanzialmente perso il loro ricorso ma hanno ottenuto quello che più volevano: il posto di lavoro.
Avevano chiesto che il loro licenziamento arrivato dopo cinque anni di servizio e dopo che avevano superato tutte le prove, a seguito della soccombenza del ministero in un altro giudizio amministrativo, venisse dichiarato illegittimo. Ma così non è stato in quanto per il Tar l'amministrazione ha eseguito solamente un giudicato amministrativo e pertanto il suo comportamento non poteva essere considerato irregolare.
Il problema era a monte. Loro, i sette vigili, non erano in possesso dei requisiti per ricoprire il posto. Ma il tutto era filato liscio e loro avevano superato tutti gli ostacoli della selezione. Ricevendo anche encomi ed attestati di benemerenze per il coraggio mostrato a Giampilleri e San Fratello.
Le avvisaglie, però, sul reintegro in servizio scaturito definitivamente dalla decisione di ieri c'erano tutte. Il 22 dicembre scorso, infatti, i giudici amministrativi avevano accolto la sospensiva, facendoli rientrare in servizio.
Ecco il testo della sentenza che si riferisce proprio a questo aspetto: «Il collegio ritiene che il risarcimento del danno andrebbe commisurato alle retribuzioni che andranno a perdere in ragione degli atti impugnati, sicchè appare più ragionevole, in assenza di una non dedotta completezza dell'organico, procedere alla riammissione in servizio dei predetti ricorrenti.». Concorso sbagliato, licenziamenti corretti ma lavoratori riassunti. Un caso incredibile.(a.n.)
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