Gazzetta del Sud
LIPARI- La Cassazione ha rigettato il ricorso che la procura di Barcellona Pozzo di Gotto aveva presentato contro il dissequestro della falegnameria dell'imprenditore di Lipari Salvatore Coppolina, stabilito dal Tribunale della libertà di Messina.
L'azienda, era stata sequestrata dopo un'indagine della Guardia di finanza che aveva che aveva portato al rinvio a giudizio di sette persone, tra cui tre funzionari comunali, per una lottizzazione abusiva dell'area artigianale, abuso d'ufficio, falso e violazione della normativa edilizia.
Secondo l'accusa l'area di contrada Valle, estesa circa 3 mila metri quadrati, era stata concessa a Coppolina ancor prima che fosse pubblicato il bando di assegnazione. Successivamente, sarebbero state rilasciate le autorizzazioni e le concessioni edilizie, in violazione alle normative vigenti.
L'area il primo aprile del 2010 era stata sequestrata dalla Guardia di Finanza su disposizione della Procura della Repubblica di Barcellona, perché se ne contestava l'assegnazione all'imprenditore ancor prima che fosse pubblicato il relativo bando. Ed ancora, il successivo rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni edilizie, in violazione alle normative vigenti.
Il Tribunale del riesame dopo un anno e mezzo di fermo dell'impresa che aveva dieci dipendenti, ha riconosciuto che non sussiste "il reato di lottizzazione abusiva dal momento che l'attività edificatoria non risulta violativa delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti". Contestualmente al sequestro sette persone, tra cui tre funzionari comunali, furono rinviate a giudizio accusati oltre che della lottizzazione abusiva dell'area artigianale di abuso d'ufficio, falso e violazione della normativa edilizia. Salvatore Coppolina, che nell'isola ricopre anche il ruolo di segretario della sezione Mpa è passato al contrattacco determinato a richiedere il risarcimento dei danni subiti. (p. p.)
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