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giovedì 1 agosto 2013

Turismo alle Eolie. Chi ha contribuito al graduale declassamento delle nostre Isole nel panorama turistico in generale? (di Angelo Sidoti)

Un pensiero ad alta voce. Quale indirizzo turistico secondo Voi è stato dato al nostro Paese negli ultimi anni? Chi ha contribuito al graduale declassamento delle nostre Isole nel panorama turistico in generale? Chi continua a danneggiare l'immagine delle Eolie? Quali sono le prospettive di sviluppo "concrete" che si stanno pianificando e programmando per il prossimo futuro? Siamo ancora in tempo per riposizionare le nostre Isole fra le prime mete turistiche? La destagionalizzazione resterà sempre solo una chimera di questa o quella amministrazione? Il Piano di Gestione Unesco resterà ancora a lungo non applicato?
Possiamo avere evidenza di come sta riorganizzando questa Amministrazione il “Settore Turistico” oppure tutto questo deve continuare a restare un affare di pochi o un segreto di stato?
Ma chi ha determinato questo disastro negli anni?
Proviamo a dare delle indicazioni:
  1. alcuni progettisti che sfruttando lo strumento urbanistico hanno favorito l'espandersi di strutture alberghiere ovunque senza nessun collegamento con sviluppo economico del territorio ed ignorando l'unico strumento di programmazione che è il Piano di Gestione Unesco
  2. enti pubblici o enti intermediari che hanno autorizzato tale scempio sostenendo finanziariamente iniziative faraoniche deliberando contributi a pioggia a fondo perduto che alla fine hanno prodotto un finta ricchezza oltre nessun incremento occupazionale
  3. le varie amministrazioni pubbliche che si sono succedute in questi ultimi 15 anni che non hanno utilizzato alcun tipo di programmazione sul Territorio
  4. una classe imprenditoriale isolata all'interno delle proprie mura
  5. associazioni di categoria che lamentano un elevato livello impositivo di imposte e tributi
  6. un'amministrazione pubblica totalmente inattiva su tematiche come i servizi ed i trasporti
  7. mancanza assoluta di una propria cultura del turismo
  8. strutture turistiche che anziché puntare sull'efficienza, sulla qualità e sulla competitività (non quella esasperata della lotta dei prezzi che già applicano), limitano la propria politica di risparmio, allo sola area del personale dipendente utilizzando la disoccupazione o del lavoro part time come ammortizzatori sociali
  9. amministrazioni che hanno favorito un degrado ambientale diffuso su tutto il territorio non esercitando un costante attività di controllo
  10. amministrazioni incapaci di creare eventi importanti legati alla cultura, allo spettacolo, allo sport e all'ambiente ma solo al momento "feste padronali".
    Penso che in linea di massima quanto detto sia condivisibile. Bisogna anche dire che esistono delle eccezioni positive sia nel privato che nel pubblico ma purtroppo queste sono un numero abbastanza esiguo.
    Pertanto, alla fine di questa stagione estiva bisogna darsi da fare affrontando questo argomento “dello sviluppo turistico” con molta serietà e definendo delle direttive ben precise, coinvolgendo tutte le parti interessate, ma non con la creazione di Forum sul Turismo, bensì con tavoli di lavoro dove la parte pubblica “fornisce assistenza e supporto agli operatori del settore, ascolta i loro problemi e le loro esigenze, redige un piano di sviluppo condiviso con tutti i soggetti interessati”. Il tutto con la massima trasparenza e senza concedere privilegi.
    Angelo Sidoti

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