"Abbiamo il dovere di recuperare la credibilità perduta dalle istituzioni e riaffermare il primato di una politica responsabile. Chiederò alla presidenza dell'Ars una corsia preferenziale affinchè il codice etico varato a luglio dalla commissione regionale antimafia possa diventare legge in un paio di mesi al massimo". Lo afferma il presidente della Commissione regionale Antimafia Nello Musumeci, in occasione della presentazione del Codice Etico per gli eletti alle cariche pubbliche, gli amministratori e i dipendenti della Regione siciliana agli studenti dell'Università di Palermo, nell'Aula magna della facoltà di Giurisprudenza.
Il codice in 38 articoli, costituisce una sorta di testo unico tratto da norme di codici già pubblicati nell'ultimo decennio in ambito nazionale e regionale, in materia di condotta del personale delle pubbliche amministrazioni e regolamenta tra le altre cose, l’ineleggibilità e la decadenza, i conflitti d’interessi, i finanziamenti dell’attività politica per i deputati del parlamento siciliano, il presidente della Regione, gli assessori, i dirigenti, il personale dell’amministrazione regionale e dell’Ars. Coinvolti anche i collaboratori e i consulenti a titolo oneroso o gratuito, gli amministratori di enti, consorzi, comunità, aziende e società pubbliche sotto il controllo o la vigilanza della Regione Siciliana. Al contrario delle precedenti deliberazioni in materia, il codice etico - è questa la principale novità del ddl - prevede precise sanzioni in caso di inosservanza della condotte previste.
“È il frutto di un lavoro di oltre sette mesi, che non può restare chiuso in un cassetto - ha aggiunto Musumeci. Oggi più che mai si avverte da parte dei cittadini la richiesta di maggiore trasparenza e l’esigenza di dotare la Regione di uno strumento di disciplina che fornisca risposte ad un problema insoluto legato al difficile rapporto tra politica e morale".
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