di Francesco Vasta (lasicilia.it)
Quindici anni di stallo, adesso, sembrano davvero un lontano ricordo. Non lo sono però le polemiche. Via libera dalla metà di ottobre, infatti, all’atteso corso di formazione per nuove guide vulcanologiche, le uniche figure abilitate a condurre turisti e visitatori fino ai crateri sommitali non solo dell’Etna, ma anche dello Stromboli. Il primo ad essere organizzato in Sicilia, dopo 15 anni di indecifrabili rinvii e schermaglie fra il Collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche, l’ente organizzatore, e la Regione, aperto appunto a venti partecipanti. Le future guide si aggiungeranno ai poco più di trenta uomini già in servizio sui vulcani siciliani, numero giudicato da più parti insufficiente specie rispetto all'auspicato aumento della domanda di turismo naturalistico nell’Isola.
Tanto è l’entusiasmo che il Collegio già rilancia: «In primavera avvieremo le selezioni per un nuovo corso - annuncia il presidente Alfio Ponte - vogliamo creare nuovi posti di lavoro, abbiamo l’ok dell’assessore regionale del Turismo Anthony Barbagallo». Sarà un’occasione di rivalsa soprattutto per gli oltre ottanta aspiranti “professionisti della montagna” che non hanno superato le prove selettive di qualche giorno fa per l’accesso al corso.
È soprattutto fra di loro, in gran parte giovani appassionati di montagna perlopiù uomini - soltanto cinque le donne che hanno fatto domanda, nessuna di loro ce l’ha fatta - con esperienza nel campo dell’escursionismo o degli sport invernali, che c’è chi spera in nuove selezioni. A lasciare insoddisfatti, ci dice qualcuno, è stata la difficoltà della prova teorica, un quiz sulla conoscenza dell’ambiente vulcanico redatto dall’Università di Catania, articolata in «domande da specialisti di scienze naturali» - ma fra i requisiti di partecipazione la laurea non era prevista - e presentata su semplici fogli di carta pinzettati da compilare a penna, forse facilmente alterabili. I quiz avrebbero penalizzato tutti coloro che, nonostante buona performance fisica e conoscenza dell’Etna, «non sono in grado di spiegare cos’è la partenogenesi», uno appunto degli argomenti fra le domande.
«Le domande del quiz erano forse difficili, ma con queste polemiche si sta cercando il pelo nell’uovo», replica Ponte, che si mostra comunque aperto alla possibilità di “correttivi” da apportare al nuovo bando di selezione. Niente quote rosa invece: «Sarebbe discriminante e neanche le prove per diventare maestro di sci le prevedono».
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