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giovedì 23 ottobre 2008

La terribile mareggiata del 1981 a Canneto nel ricordo e nel racconto di Massimo Ristuccia

La Mareggiata di Massimo Ristuccia
Nel dicembre del 1981, ci fu una terribile mareggiata, che colpì soprattutto la frazione di Canneto. Quella mattina tanti di noi senza renderci conto di cosa era successo o stava succedendo prendemmo, come sempre, l´autobus per andare a Lipari all´istituto tecnico, ma si capì subito che gli insegnanti, causa il mare agitato, non erano venuti, i pochi del luogo non potevano stare dietro a tutti, intanto giungevano le prime voci dei danni che il mare aveva fatto, così tornai a casa.
La situazione a Canneto era "disastrosa", buona parte del lungo mare era stato spazzato via, in piazza vicino la chiesa si era formato una specie di "lago salato", il piano terra di tante case sul lungo mare era invaso da sabbia sassi, pietre pomice, porte semidistrutte, alcune case più vecchie non erano più sicure, avendo il mare eroso le fondamenta. Raggiungere un capo all´altro del paese era impossibile, la strada o era interrotta o invasa dalla sabbia ed i sassi. Subito dopo si sentirono i primi racconti "drammatici" di chi aveva vissuto quei momenti in prima persona, essendo stato tirato fuori dalla case dai primi soccorritori, magari legati ad una fune di sicurezza in piena mareggiata.
Per me, come credo per i ragazzi della mia generazione fu un´esperienza indimenticabile, c´era un pizzico di curiosità una specie di spirito d´avventura ma presto, vedendo nel frattempo anche gente piangere, si organizzò una macchina di soccorsi spontanea, prima di quelle delle istituzioni o associazioni, ognuno che poteva iniziò subito ad aiutare parenti o amici in vari modi, a ripulire le stanze invase dalla sabbia e dai sassi, dando un momentaneo riparo a quei mobili che si erano "salvati" e che non potevano rimanere in case non più sicure.
Di quel giorno restano delle foto, ma soprattutto il ricordo nella mente di ognuno di noi di un episodio che ci ha fatto maturare, scoprendo valori profondi come la solidarietà.
Negli anni si sono succedute tante "chiacchiere" su come proteggere dal mare questa frazione o altre dell´isola, abbiamo visto da piccoli file di "massi cubici", forse realizzati con materiale scadente, partire dalla riva fino al mare, diventati un luogo di giochi, dove andare a pescare con la canna, tana di pesci, "casa" di ricci, patelle, spazzati via ad ogni mareggiata, fino ad arrivare alla posa sul fondo, non molto distante dalla riva, per quasi tutta la baia del paese, di una specie di "massi di cemento" dalla strana forma detti tetrapodi, sicuramente più efficaci ma ormai insufficienti dopo tanti anni.