(Christian Del Bono) Sul mancato esercizio, da parte della Regione Sicilia, dell’opzione gratuita, messa a disposizione dallo stato mediante l’art. 57 della legge 133/2008 (per l’acquisizione da parte delle Regioni delle consociate Siremar, Toremar, Saremar e Caremar), l’Assessore Bufardeci continua a nascondere il sole con un dito quando dichiara su Radio 1: Nonostante innumerevoli richieste non abbiamo ricevuto alcuna informazione sulla Siremar.
Opportunamente, Pippo D’Anniballe, Responsabile per la Sicilia del U.S.C.L.A.C. / U.N.C.Di.M., fa notare che la Regione ha il diritto di nominare nel CdA Siremar un proprio componente. A questo, aggiungerei che i bilanci della Siremar sono pubblici e quindi regolarmente reperibili da qualsiasi commercialista iscritto ad una banca dati ufficiale.
Bufardeci aggiunge inoltre: Di certo, ora che il Consiglio dei Ministri ha varato le procedure preliminari per la privatizzazione del gruppo navale, controlleremo passo dopo passo le scelte che verranno prese”. Ma le scelte non dovevamo farle noi assieme alla Regione, alla quale lo Stato demanda le funzioni in materia di cabotaggio marittimo? Così ci era sembrato di capire nel corso degli incontri tenuti alla presenza dell’Assessore Regionale ai Trasporti nonché Vicepresidente della Regione.
Di tutt’altro tenore, per fortuna, la dichiarazione del Sindaco di Ustica Aldo Messina: Lo Stato eroga i contributi alla Siremar dal 1953, prima dell'ingresso dell'Italia nell'Unione Europea, quindi il sussidio può continuare. Questo prevede uno scorporo dalla Tirrenia che potrebbe, quindi, essere regionalizzata, sempre con i contributi dello Stato o messa sul mercato con la certezza del contributo e della salvaguardia dei posti di lavoro. Ricordiamo che i lavoratori sono 1400, di cui fissi 400.
Tale dichiarazione sembra trovare riscontro nel fatto che alcuni stati membri hanno potuto esimersi dall’assoggettarsi alle direttive dell’UE laddove avevano decretato sovvenzioni a finanziamento di servizi di pubblica utilità a servizio dei propri territori.
La dichiarazione del Sindaco Messina rappresenta un’interessante novità sul versante scorporo. A tal proposito, c’è ancora qualcuno davvero convinto che non fosse o che non sia attuabile? Prima di lasciare spazio a qualche altra creativa riposta che agli esperti del settore vorranno sicuramente fornire a questa domanda retorica, è utile chiedersi ancora una volta: ma perché abbiamo in tutte le sedi deliberato e richiesto questo benedetto scorporo della Siremar dalla Tirrenia? Perché era ed è nostra convinzione che una Siremar aziendalmente ristrutturata, sgravata dalle vessazioni della Tirrenia, con un capitale misto o pubblico e un CdA di cui fanno parte, oltre alla Regione, anche i Sindaci delle isole minori e monitorata da un organismo di controllo esterno, possa rappresentare lo strumento più idoneo per garantire dei servizi di pubblica utilità, laddove questi non sarebbero in alcun modo erogabili in assenza di contributi regionali o sovvenzioni statali. Di contro, un soggetto privato, oltre a dover perseguire il sacrosanto obiettivo dell’ottenimento di un utile d’esercizio, potrebbe benissimo rischiare di ritrovarsi, suo malgrado, nell’impossibilità di partecipare ad una gara, mandandola deserta, perché l’importo stanziato inizialmente potrebbe non risultare appetibile. Come potrebbe anche, una volta aggiudicata la gara, ritrovarsi in una scomoda posizione di monopolio o, nella migliore delle ipotesi, di oligopolio.