(Gazzetta del sud) Casse vuote e rischio amministrazione straordinaria anche per Siremar. La società controllata al 100% da Tirrenia e che collega la Sicilia con le isole minori non riuscirebbe a ottenere liquidità dalle banche e i fornitori starebbero chiudendo i rubinetti. Intanto, resta fermo lo sciopero di tutta la flotta indetto dalla Uiltrasporti (da cui si sono dissociate Filt Cgil e Fit Cisl) per il 30 e 31 agosto, salvo una convocazione dei sindacati da parte del governo che potrebbe arrivare la prossima settimana mentre si fa sempre più concreta l'ipotesi di una precettazione.
Una situazione, quella di Siremar, che potrebbe indurre l'amministratore unico Giancarlo D'Andrea - che è anche amministratore straordinario di Tirrenia - a emettere un provvedimento con il quale attirare Siremar nella procedura di Tirrenia, per la quale è già stato dichiarato lo stato di insolvenza. A meno che si riesca a trasferire Siremar alla Regione Siciliana come avvenuto per le altre controllate Toremar alla Toscana, Caremar alla Campania e Saremar alla Sardegna. Ma sinora questa soluzione ha visto il rifiuto della Regione, che ha puntato a rilevare Tirrenia e Siremar assieme, guidando con il 37% una cordata di imprenditori, la cui offerta è però rifiutata dalla finanziaria di Stato Fintecna (che ha il 100% di Tirrenia) per la richiesta di uno slittamento.
D'Andrea, che ieri in una riunione di circa quattro ore a Palermo ha discusso con la società della situazione, ha assicurato, ancora una volta, la salvaguardia delle attività e dei posti di lavoro. Per seguire direttamente la vicenda dovrebbe tornare in Sicilia nella prossima settimana, durante la quale a Roma dovrebbe svolgersi un consiglio di amministrazione straordinario di Fintecna. Anche perchè si avvicina la scadenza del 30 settembre indicata dalla Unione Europea per concludere la privatizzazione del gruppo di navigazione e delle controllate. Scadenza entro la quale sono state prorogate le convenzioni con lo Stato che a Siremar ha dato per il 2010 circa 55 milioni di euro, 20 milioni in meno rispetto al 2009. Ma ormai sembra difficile portare a termine la cessione di tutte le società entro fine mese prossimo per cui il governo potrebbe essere indotto a chiedere una proroga a Bruxelles.
Intanto, la Uiltrasporti, che scarica sul governo la responsabilità di eventuali disagi per lo sciopero di fine mese, ha avviato un giro di assemblee, ieri a Genova, oggi a Civitavecchia e domani a Palermo per spiegare la situazione ai lavoratori mentre il sindacato Orsa afferma che «nessuno può pensare che il sindacato stia a guardare mentre questa vicenda rischia di consumarsi sulle pelle dei lavoratori».
Il segretario generale Orsa Trasporti, Armando Romeo, in una nota sottolinea che «dopo la farsa del processo di privatizzazione e della finta gara, è arrivato lo stato di insolvenza e l'amministrazione straordinaria, nella vicenda Tirrenia, dove sono in gioco i posti di lavoro e i salari di circa 4.000 persone».
Il sindacalista rileva che «a nulla sono valse le pressanti e ripetute richieste rivolte al Governo per aprire un confronto e dare soluzioni dignitose al caso Tirrenia».
Per l'Uil Trasporti le responsabilità di eventuali disagi derivanti dallo sciopero so tutte ascrivibili al governo che non ha avuto la sensibilità di convocare il sindacato per definire un accordo quadro che dia le fondamentali garanzie e tra queste vi è la rinunzia all'ipotesi dello "spezzatino" cioè alla vendita separata delle società