(Michele Giacomantonio) L’amministrazione Bruno si avvia al suo ultimo anno fra insuccessi clamorosi e la sfiducia, se non addirittura l’acredine, di gran parte della popolazione anche di quella che l’aveva votata. I nodi più gravi e palesi sono soprattutto due: il megaporto che ormai è divenuto il “porto delle nebbie” ed i depuratori di Lipari e Vulcano che ogni giorno di più producano nella popolazione preoccupazione e dissenso anche perché sono affidati, grazie all’imprevidenza del nostro Sindaco, ad un Commissario che non conosce le Eolie. Ma vi è un terzo problema forse più grave e più subdolo ed è la crisi economica che si presenta innanzitutto con la crisi dell’occupazione e di quella giovanile in particolare che da noi ha superato largamente la soglia del 60%.. Diciamolo chiaramente ormai a Lipari sono sicuri di trovare lavoro solo i giovani che hanno i genitori o parenti con un’attività economica o una libera professione con uno studio avviato. Il resto o emigra o si barcamena in lavori precari e a tempo determinato. E c’è crisi del lavoro perché non ci sono vere e proprie prospettive di sviluppo neanche nel turismo.
Per questo non mi entusiasma il totosindaco che ha cominciato a fare capolino sui blog da qualche tempo. Prima di parlare di chi farà il Sindaco condannato a fare i conti con una situazione niente affatto brillante ed allettante bisognerebbe parlare di quali problemi affrontare e come affrontarli. E vorrei dare un mio contributo indicandone soprattutto tre.
Il primo problema è quello di un porto perché senza un porto che garantisca i collegamenti non c’è sviluppo che tenga. E quando dico porto non intendo il megaporto ma una diga foranea a Sottomonastero dove oggi c’è il pontile degli aliscafi che si proietti verso Pignataro per duecento metri e magari, se fosse possibile ( ma ho i miei dubbi) un cassone anche a punta Scaliddi. Naturalmente va messa in sicurezza la banchina che ha subìto gravi ingrottamenti e risolto il problema delle acque che ormai invadono quasi giornalmente via Tenente Amendola. La sistemazione di Pignataro a porto turistico lo lascerei all’iniziativa dei privati o di una società mista con la partecipazione del Comune.
Il secondo è risolvere il problema del depuratore soprattutto per Lipari perché l’immissione dei reflui nella baia attraverso l’attuare scolmatore è ormai fuori norma. Ma bisogna tornare al progetto del 2001 e non solo per la collocazione ( condivido quanto detto nel manifesto del Comitato pro Canneto) ma anche per quanto riguarda il recupero delle acque reflue e la creazione di una linea idrica alternativa per l’agricoltura ed i giardini (il progetto del ciclo dell’acqua). Anche qui abbiamo perso dieci anni bruciati nel gioco della ricerca, per il depuratore, di un sito diverso da quello di Pignataro oltre la Capitaneria per giustificare, in qualche modo, il passaggio dalla società che aveva vinto la gara alla Sogesid voluta dal Sindaco-Commissario per l’emergenza.
Ma ritengo che il terzo problema sia quello più importante e fondamentale al quale i primi due fanno da supporto. Ed intendo la creazione di un polo di sviluppo che crei lavoro e lavoro qualificato soprattutto per i giovani. Bisogna riprendere a ragionare sulla riqualificazione dell’area delle cave pomicifere a Porticello sfruttando le strutture esistenti ma realizzando quelle attività già delineate diversi anni fa: il parco della pomice con annesso museo, il centro di talassoterapia, un grande centro congressuale ma anche parchi giochi e ricreativi cioè tutto ciò che può arricchire e fare da supporto al nostro turismo non solo in estate ma possibilmente lungo tutto l’anno. Su questo terreno dello sviluppo bisogna avere il coraggio di puntare su un progetto ambizioso sfruttando le risorse pubbliche ma anche quelle dei privati
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.