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mercoledì 9 febbraio 2011

"La farsa è finita, adesso parliamo seriamente di un porto per Lipari". Il comunicato del circolo SEL Eolie

COMUNICATO DEL CIRCOLO DELLE EOLIE DI SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA'
La notizia della sonora bocciatura del megaporto di Lipari da parte della Regione Siciliana non ci coglie di sorpresa, perché abbiamo sempre sostenuto – insieme alle altre forze di opposizione del paese – la necessità di un porto “a misura” della comunità e non barbaramente sovradimensionato, un porto “della” comunità e non di una società privata, e soprattutto l’esigenza inderogabile di un percorso concertato, quale può essere solo ed esclusivamente quello garantito da un Piano Regolatore dei Porti.
Il consiglio comunale, con una delibera votata dalla minoranza e maldestramente ignorata dal sindaco Bruno, questo Piano Regolatore dei Porti l’aveva già chiesto nel 2008. L’amministrazione comunale ha preferito non dotarsi dell’unico strumento che permette l’accesso a finanziamenti pubblici per non pregiudicare un megaporto in mano a Condotte d’Acqua per i prossimi cinquant’anni. Così facendo, alla luce dell’atteso (e attendibile) pronunciamento della Regione, ha finito invece per pregiudicare il presente e il futuro immediato dei cittadini, che di un porto – un porto vero, quello dove le navi trovano riparo quando c’è tempesta – hanno realmente bisogno.
Abbiamo assistito a campagne elettorali fatte di megaprogetti portuali che la Regione respinge al mittente. Abbiamo assistito alla svendita del patrimonio immobiliare del Comune, consegnato sulla scorta di valutazioni indecorose in mano ai privati. Abbiamo assistito alla farsa dei progetti “ritoccati”, dove a mare spuntano le SPA e i centri benessere invece delle banchine realmente funzionali agli approdi dei mezzi commerciali. Abbiamo assistito alla creazione di società “miste” che costano 150.000 euro l’anno. Adesso basta.
Adesso bisogna ripartire da questo punto, e ripensare un porto a misura degli eoliani, non delle società private attratte dal miraggio di facili speculazioni nel nostro territorio. Un porto che si integri in maniera coerente nel paesaggio della rada di Lipari. Un porto che sia un patrimonio collettivo, dei mezzi commerciali, dei pescatori, del traffico locale, e non una spada di Damocle sull’economia dell’isola.
La vicenda del megaporto bocciato è l’ennesima dimostrazione di quanto sia distante l’operato dell’amministrazione dalle reali esigenze della comunità. Dopo l’appello lanciato a proposito dell’allarmante localizzazione del depuratore, di fronte all’ennesimo fallimento conclamato, ribadiamo con ulteriore motivazione la necessità che sindaco e amministratori chiedano scusa alla cittadinanza, e si dimettano.

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